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Oasi wwf di valpredina

Bracconieri a caccia di caprioli e cinghiali: padre e figlio denunciati

Nell'abitazione dei due trovate la pelle di una femmina di capriolo scuoiata, crani e carne congelate e oltre 150 uccelli abbattuti tra i quali specie protette

Mentre sparavano in un’aosi protetta sono stati sorpresi dagli Agenti della Polizia Provinciale di Bergamo e dalle Guardie del WWF durante un blitz anti-bracconaggio. Sono stati così denunciati due cacciatori di Pradalunga, padre e figlio, con regolare licenza di caccia, armati di fucili calibro 12 caricati a pallettoni e con visore luminoso, mentre cacciavano caprioli e cinghiali nella riserva naturale Oasi WWF di Valpredina, tra Pradalunga e Cenate Sopra, dove trovano rifugio molte specie rare, tra cui gli animali liberati dopo le cure del C.R.A.S., centro di recupero degli animali selvatici feriti, gestito dal WWF.

I fatti risalgono allo scorso 24 novembre. Stando a quanto ricostruito dal WWF, gli agenti, appostati nel buio alle pendici del Monte Misma, hanno colto i cacciatori in flagranza di reato e perquisito la cascina dalla quale i due provenivano, trovando all’interno del rudere fucili e munizioni per abbattere l’avifauna protetta.

Bracconaggio

La perquisizione si è poi estesa alle abitazioni dei due, dove sono stati rinvenuti la pelle di una femmina di capriolo da poco scuoiata, crani e carne congelata di capriolo e cinghiale, oltre a 150 uccelli abbattuti tra i quali specie protette e particolarmente protette.

“Ci costituiremo parte civile contro gli autori di questi veri e propri crimini di natura”, fa sapere la Delegata per la Lombardia del WWF Italia, Paola Brambilla.

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