La Fim Cisl Lombardia, dopo aver incontrato un centinaio di ragazzi dell’Istituto “Ettore Majorana” di Seriate, li ha accompagnati a visitare la Clay Paky, azienda del paese alle porte di Bergamo, riferimento mondiale nella produzione di illuminazione professionale, e che occupa 160 persone.
L’iniziativa si inserisce nel progetto di alternanza scuola-lavoro “#CheClasse! Scuola e fabbrica nella Quarta rivoluzione industriale”, realizzato dalla FIM CISL Lombardia in collaborazione con Adapt e che prevede, appunto, momenti di discussione e confronto in aula con i sindacalisti della FIM e con gli esperti di Adapt sull’innovazione tecnologica, Industria 4.0, i cambiamenti nel mondo del lavoro e il ruolo del Sindacato, seguiti dalla visita a un’azienda presente sul loro territorio già operativa nell’ambito delle tecnologie anche per confrontarsi con i responsabili aziendali e con i rappresentanti dei lavoratori.
“La FIM ha sempre avuto una grande attenzione per i ragazzi e da anni li incontra sui banchi delle scuole – sottolineano i segretari FIM Lombardia e FIM Bergamo Andrea Donegà e Pier Capelli -. Questo progetto vuole fare il salto di qualità per accompagnare i giovani nei cambiamenti in atto nel mondo del lavoro soprattutto per quel che riguarda Industria 4.0”.
La “lezione” in Clay Paky ha toccato argomenti sensibili per le corde dei ragazzi: musica, web e tecnologia…
“Abbiamo raccolto con interesse il progetto della FIM – dice Valter Rossi, direttore attività industriali dell’azienda seriatese -, perché in questo modo gli studenti vengono a contatto con la realtà aziendale, svolgendo una significativa esperienza di arricchimento educativo e professionale, che va ad arricchire il loro curriculum. In questo percorso sono evidenti le buone potenzialità. Penso, comunque, che l’istituzione scolastica debba ripensare la didattica in modo che l’attività esterna e quella interna siano in piena continuità”.
Il progetto continuerà coinvolgendo tante altre scuole e diverse aziende in tutta la regione. “Siamo fortemente convinti – proseguono Donegà e Capelli – che scuole e imprese debbano essere sempre più collegate e interconnesse per poter sconfiggere la disoccupazione giovanile e poter rispondere al bisogno di competenze che le aziende richiedono”.
commenta