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L'intervista

“Micheal Jordan Secrets”: le leggendarie sneakers di MJ in mostra a Bologna

Marco Evangelisti, proprietario e ideatore di Backdoor Bottega e collezionista di leggendarie sneakers Jordan, spiega la sua creatura che compie 10 anni.

Martedi 14 e mercoledi 15 novembre la sala del Podestà del Palazzo Re Enzo di Bologna ha ospitato una mostra decisamente unconventional: Marco Evangelisti, proprietario e ideatore di Backdoor Bottega, nonché collezionista delle leggendarie sneakers “Jordan” insieme all’inglese Gerard Starker, ha celebrato il decimo compleanno della sua “creatura” attraverso una mostra imperdibile per tutti gli appassionati di pallacanestro e di sneakers.

Michael Jordan Secrets ha portato in un palazzo del Xlll secolo una selezione di “Jordan” unica al mondo, aggiungendo memorabilia introvabili, worn sneakers (scarpe indossate da MJ stesso),PE (player exclusive) e sample (prototipi mai messi in produzione) mai visti prima, in maggioranza autografati.

Una mostra supportata da un video che ha spiegato in ordine cronologico l’utilizzo di questi gioielli da parte di ‘’the GOAT’’, dai tempi dell’high school fino a fine carriera.

michael jordan secret

“Tutto è cominciato con una Jordan 5 – racconta Marco – Nonostante giocassi a tennis io e i miei compagni di classe eravamo già appassionati di sneakers e ci piaceva molto il design Jordan. Qualche anno più tardi vidi una videocassetta di Michael Jordan e capii subito che la strada che volevo seguire era un’altra. Abbandonai il tennis e cominciai a giocare a pallacanestro, appassionandomi sempre di più a quello che sarebbe diventato il più forte giocatore di tutti i tempi”.

“Pian piano – continua – ho iniziato a comprare sempre più Jordan, rendendo la mia passione quasi un’ossessione, prima pulendole minuziosamente dopo l’utilizzo, poi comprandone due paia dello stesso modello per poterle conservare in modo migliore, fino a desiderare di avere tutte le colorazioni disponibili di un solo modello. Dopo aver completato la mia collezione con tutti i modelli e le colorway disponibili, l’ultimo passaggio per entrare nell’olimpo dei collezionisti Jordan worldwide è stato puntare alle Jordan indossate e autografate! È stata una malattia che è andata sempre in crescendo, per trovare una colorazione particolare di Jordan 1 ho dovuto fare veri e propri salti mortali, mi sono serviti quasi 10 anni’’.

michael jordan secret

Eppure fino a 10 anni fa, momento in cui ha deciso di aprire Backdoor, tutte questo rimaneva soltanto un hobby per Marco, che aggiunge “speravo che la mia passione per Nike e per Jordan Brand potesse portarmi ad avere scarpe da basketball e sneakers prima che fossero messe in commercio, ma non potevo immaginare che le cose sarebbero andate così bene. Sicuramente l’hype che si è creato intorno a BD è dovuto anche alla location: una splendida bottega bolognese vecchio stile di proprietà di famiglia che col tempo si è trasformata in un vero e proprio luogo di culto’’.

Si sbilancia quando gli chiediamo un parere sul 3vs3: “Ci sono giocatori che rendono molto di più al campetto che in una partita 5vs5 a tutto campo. Il fatto che sia diventato sport olimpico dovrebbe spingere alcuni giocatori a specializzarsi in questa declinazione della pallacanestro, sfruttando il fatto che lo streetball si può giocare in qualsiasi campetto e non si hanno vincoli di tempo e di talento minimo”.

Lo stesso talento che lui ha messo per la ricerca di questi cimeli, senza porsi limiti.

Perché si sa “limits, like fears, are often just an illusion”.

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