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Treviglio

In aula la vicenda dell’hospice che rischia di chiudere: accuse al presidente della fondazione

Audizione in Consiglio comunale sulle criticità legate all'hospice, che, senza il contratto con la Regione, corre verso la chiusura

Consiglio comunale all’insegna del botta e risposta quello che si è tenuto a Treviglio nella serata di martedì 31. Il presidente della Fondazione Anni Sereni Augusto Baruffi, presente in aula per rispondere all’audizione chiesta dal Partito democratico, ha dato vita a un vivace confronto con alcuni capigruppo di maggioranza. Al centro della discussione l’hospice gestito dalla fondazione capeggiata da Baruffi, servizio attivo da due anni e dedicato ai pazienti in stato terminale.

Solo pochi giorni fa il presidente Baruffi aveva annunciato che, senza un contratto con la Regione Lombardia, il servizio, finora sostenuto dalle casse della fondazione, avrebbe cessato di operare a causa degli elevati costi. Appello raccolto immediatamente dai sindaci degli ambiti di Treviglio e Romano di Lombardia che avevano sottoscritto una lettera da inviare al Pirellone chiedendo a gran voce la stipula del contratto per portare nuova linfa per la conduzione del servizio (qui l’articolo sulla raccolta firme).

Ma in aula consiliare Baruffi ha ricevuto attacchi da più parti. Non da tutti è stata infatti vista di buon occhio la strategia della fondazione di avviare il servizio senza avere in mano la conferma che la Regione avrebbe contrattualizzato il tutto: “Il presidente Baruffi si è presentato in Consiglio comunale stracciandosi le vesti anche se in realtà è lui il primo responsabile di questa situazione – ha tuonato Franco Giussani, capogruppo della Lega Nord di Treviglio – Ha fatto un investimento senza però avere le coperture necessarie. Un buon amministratore dovrebbe avere un piano B e invece lui ora è qua a chiedere aiuto.”

Pronta la replica del presidente degli Anni Sereni: “Non son qui a chiedere dei soldi, ma il vostro aiuto affinché l’hospice rimanga gratuito per chi lo utilizza. Non sono un pollo, assieme al Consiglio di amministrazione abbiamo fatto le nostre valutazioni. Ovviamente esiste anche il piano B, che consiste nel rendere la palazzina totalmente dedicata al servizio di cure intermedie. In questo caso non ci sarebbero problemi economici, anzi, avremmo anche delle entrate. Riteniamo però che il territorio necessiti di una struttura come l’hospice ed è per questo che vogliamo tenerlo aperto”.

Duro anche Giancarlo Fumagalli di Io Treviglio: “Quando avete deciso di portare avanti questa iniziativa, a che garanzie vi siete appigliati? Avete intrapreso una operazione imprenditoriale senza sostenibilità del progetto: fate prima i conti e poi le scelte o prima le scelte e poi i conti nella speranza che arrivi qualcuno a pagare?”

Chiara la replica di Baruffi: “La scelta di realizzare prima la palazzina dell’hospice, che comunque comprende anche 10 spazi dedicati alle cure intermedie, era necessaria per poter chiedere dapprima l’accredito e poi la contrattualizzazione alla Regione. Cosa che stiamo chiedendo a gran voce: senza di essa non avremmo avuto possibilità.”

E’ toccato al sindaco Juri Imeri stemperare i toni chiedendo a Baruffi la possibilità di tenere attivo ancora per qualche mese l’hospice, in attesa di una valutazione, da parte della Regione, valutazione che dovrebbe giungere nei primi mesi del 2018. Massima disponibilità da parte di Anni Sereni: “Abbiamo tenuto duro per due anni e possiamo farlo ancora per qualche mese, l’importante è che si riesca ad arrivare all’obiettivo che ci siamo prefissati”.

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