Disfunzioni, tensioni, problemi… Se ai seggi lombardi del referendum è filato tutto liscio (o quasi), al momento di verificare i votanti e procedere con lo scrutinio la macchina elettronica, innovativa e chiaramente in rodaggio, voluta dal governatore Roberto Maroni si è inceppata. Più che inceppata si può dire, con il sito ufficiale della Regione Lombardia che ancora a quasu 12 ore dalla chiusura dei seggi non ha i dati definitivi dell’affluenza ma un breve annuncio in cui si racconta di “criticità” e scrive che al 95% della verifica l’affluenza è stata del 37,07% e i sì hanno raccolto il 95,3% dei consensi.
Così lo scrutinio elettronico è stato più lento di quello cartaceo visto che in Veneto tutto si è svolto rapidamente in poche ore.
Il problema pare si sia registrato non tanto per colpa dei 24 mila tablet, ma a causa degli ingorghi che si sono registrati successivamente alla chiusura delle urne. Uno dei nodi critici è stato il passaggio di mano delle chiavette usb che contenevano i voti riversati dalle voting machine (i tablet, appunto) con presidenti di seggio ostaggi per ore. In molti, infatti, sono dovuti rimanere in attesa dell’ok necessario per tornare a casa fino a quando non veniva confermato che la chiavetta era leggibile.
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