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Verso il voto

Referendum, Martina: “Affluenza al 34%? Maroni pare anticipare la sconfitta”

"Aver fissato l'obiettivo minimo del 34% di affluenza pare già il tentativo di Maroni di anticipare una clamorosa sconfitta". Lo ha detto il ministro Maurizio Martina, vice-segretario del Pd, in un'intervista all'Ansa.

“Aver fissato l’obiettivo minimo del 34% di affluenza pare già il tentativo di Maroni di anticipare una clamorosa sconfitta”. Lo ha detto il ministro Maurizio Martina, vice-segretario del Pd, in un’intervista all’Ansa.

“Si è partiti con la logica del plebiscito – ha aggiunto -. Si arriva ora a discutere del 34, dimenticandosi che al referendum sulla devolution andarono circa il 60% dei lombardi e quasi il 40% a quello sul Titolo V. Ancora qualche giorno, Maroni ci dirà che l’asticella è al 20% e che è un grande risultato. Avrei capito la Regione Lombardia in una sua iniziativa referendaria a valle di una trattativa con lo Stato. Una logica seria – ha aggiunto – poteva essere: apro con il Consiglio regionale una trattativa con lo Stato per ulteriori materie da gestire; discuto con lo Stato; costruisco una bozza d’intesa; e, prima di arrivare a un voto parlamentare, mi rivolgo ai cittadini lombardi: ‘ditemi se va bene o no’. Lì ci sarebbe stata una forza del referendum molto qualificata e credibile, qui invece è preventiva e il cittadino può domandare alla Regione: ‘ma non puoi già farlo tu, perché lo chiedi a me?”.

“La questione del residuo fiscale è l’emblema della propaganda maldestra della Lega sui referendum. Discutere di residuo fiscale è un bluff, anche perché se la partita fosse davvero questa saremmo in un altro scenario. Quale?: “Se uno pone la questione del residuo fiscale, sostanzialmente si avvia verso una versione quasi secessionista. Siccome penso che noi abbiamo bisogno di tutto fuorché di una deriva catalana, mischiare le carte in tavola e cercare di attirare l’attenzione sul referendum, perché si è in difficoltà e per come lo si è gestito, mi sembra un danno alla Lombardia e al buon federalismo, quello vero”.

Quindi il governo non è disponibile a trattare sul residuo fiscale con Lombardia e Veneto?
“Non è materia, il tema è questo: o uno discute di residuo fiscale, e allora sta ponendo un gigantesco tema che non ha però a che vedere col federalismo differenziato ma con il rapporto di coesione nazionale, e quindi bisogna avere il coraggio di dire che ci si avvia ancora una volta verso il tornante secessionista; oppure, se si vuole discutere di federalismo differenziato, l’ambito di riferimento sono le materie concorrenti che possono eventualmente essere delegate in toto alle Regioni, con perimetri circoscritti e senza discutere di fiscalità. Delle due l’una”.

“Maroni non è nuovo a queste invenzioni – ha aggiunto Martina -. Siamo all’ennesima invenzione propagandistica, perché dopo aver promesso il 75% per cento delle tasse in Lombardia, slogan della sua campagna elettorale, a pochi mesi dalle elezioni regionali si dimentica di quella promessa e se ne inventa un’altra”. Alla fine, “sono convinto che tanti lombardi – ha concluso – domenica non accetteranno di seguire la propaganda leghista, hanno compreso che la loro proposta è giocata sostanzialmente in termini di campagna elettorale”.

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