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Maxi sequestro di uccellini morti: i terribili video di Orio e non solo video

Il Garante per i diritti degli animali di Bergamo e delegata WWF, Paola Brambilla: "O si fermano queste stragi o l'impatto di questa attività si ripercuoterà gravemente sulle popolazioni di uccelli selvatici"

Ricordate il recente maxi sequestro di uccellini morti all’aeroporto di Orio al Serio? Nei bagagli la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Orio al Serio, in collaborazione con i Carabinieri Forestali di Brescia, avevano trovato oltre 1.100 esemplari di avifauna particolarmente protetta: pispole, voltulini, tottovilli, lucherini, ballerine, fanelli, cardellini e strillozzi (leggi qui).

Purtroppo, com’è facile intuire, non si è trattato di un caso isolato. Un altro sequestro di dimensioni considerevoli, infatti, è stato operato dalla Polizia Ungherese e dalle autorità di Dogana. Nel mirino, un furgone proveniente dalla Romania che trasportava oltre 3mila uccelli e che si dirigeva con tutta probabilità ancora in Italia. Il conducente è stato arrestato e denunciato per crimini contro la natura.

“Proprio in questi giorni è stata lanciata in Romania da parte di SOR Birdlife una petizione per chiedere al Ministro dell’Ambiente di chiudere la caccia all’allodola – interviene Paola Brambilla, Garante per i diritti degli animali di Bergamo e delegata WWF -. La caccia all’allodola è stata aperta in Romania solo nel 1996 per soddisfare i cacciatori stranieri, soprattutto italiani. Come giustamente sostiene Birdlife Romania l’allodola è una “specie ombrello” che diventa la copertura per sparare a tutti i piccoli uccelli. Anche i cacciatori rumeni incominciano a mostrare molta insofferenza a queste pratiche, assolutamente lontane dalla loro tradizione venatoria.”

Nonostante la tanta disinformazione che si fa, “In Romania l’uso dei richiami acustici è vietato e tutti i piccoli uccelli (pispola, cardellino, fanello, ballerina bianca etc) sono protetti – continua Brambilla -. Esistono anche limiti di carniere, nel caso dell’allodola 50 capi al giorno. Ma ben sappiamo che nessuno va in Romania per sparare 50 allodole. Purtroppo o si fermano queste stragi o l’impatto di questa attività si ripercuoterà gravemente sulle popolazioni di uccelli selvatici. Facciamo un appello alle associazioni venatorie italiane per combattere queste stragi che rappresenta un “suicidio” della pratica venatoria”.

(I video sono stati pubblicati da Guardie WWF Italia, Nucleo Lombardia)

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