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Ricorso cgil

Ryanair davanti al giudice del lavoro: il 5 dicembre udienza a Bergamo

Il ricorso della Filt Cgil contro la compagnia low cost è basato sulla disciplina italiana attuativa della normativa europea per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro

Dopo il ricorso depositato il 13 ottobre al Tribunale di Bergamo dalla Filt-Cgil provinciale di Bergamo contro Ryanair, il Giudice del Lavoro Monica Bertoncini ha fissato l’udienza il 5 dicembre (alle 11.30) per la comparizione delle parti.

Il ricorso della Cgil contro la compagnia low cost è basato sulla disciplina italiana attuativa della normativa europea per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro. Lo scopo è quello di ottenere l’accertamento del comportamento discriminatorio di carattere collettivo operato dalla compagnia nei confronti dei dipendenti.

“Abbiamo preso a riferimento la sentenza della Corte di Giustizia Europea dello scorso settembre in cui si stabilisce che la giurisdizione per le controversie giuridiche del personale di Ryanair è quella dove il personale opera e non in Irlanda o in fantomatiche sedi di agenzie interinali – aveva spiegato Marco Sala, segretario generale della Filt Cgil di Bergamo, nel giorno del ricorso -. Vogliamo ristabilire un principio, oggi pesantemente calpestato da Ryanair: quello di permettere una libera adesione al sindacato e di contrattare le proprie condizioni economiche e normative”.

In Ryanair, il contratto di lavoro che viene fatto sottoscrivere ad ogni lavoratore è subordinato – fa notare la Filt Cgil nazionale – alla firma del seguente testo: “Questo accordo rimarrà in vigore per tutto il tempo in cui il personale di cabina di Ryanair proseguirà con la contrattazione direttamente con il datore di lavoro e fin tanto che non svolgerà interruzioni di lavoro (work stoppages) o qualunque altra azione di natura sindacale. Se Ryanair o le società di mediazione di lavoro saranno obbligate a riconoscere un qualunque sindacato del personale di cabina o se vi saranno azioni collettive di qualsiasi tipo, il contratto dovrà intendersi annullato e inefficace e qualunque incremento retributivo o indennitario (allowance) o cambio di turno concessi sotto la vigenza del presente contratto sarà ritirato”.

“Come sia possibile che nessun soggetto ispettivo governativo non sia ad oggi intervenuto? – chiedono i sindacalisti – Quale idea di paese e di dignità delle persone avremmo se tutte le imprese agissero come Ryanair?”.

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