“Questa Prefettura, dopo attento esame ed acquisizione delle valutazioni dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Brescia, osserva che l’atto sindacale in parola presenta diversi profili di dubbia legittimità”. È quanto riportato nella lettera che in questi giorni la Prefettura di Bergamo ha inviato alle amministrazioni del centrodestra che avevano emanato le cosiddette “ordinanze anti-profughi”, volte a limitare la facoltà dei privati di aderire alle richieste del governo e delle prefetture stesse per l’accoglienza diffusa dei migranti. La richiesta è quella di valutare “con urgenza l’opportunità di provvedere all’annullamento dell’ordinanza”, “al fine di prevenire l’insorgere di un contenzioso e dei relativi effetti”. Il termine massimo per rispondere è stato fissato entro il giorno 18 ottobre .
Lo scorso settembre – come anticipato da Bergamonews – via Tasso aveva chiesto un parere sulle ordinanze in questione all’organo deputato alla tutela e alla rappresentanza delle pubbliche amministrazioni. Il modello dell’ordinanza è quello applicato dal primo cittadino leghista Michele Jacobelli (sindaco di Palazzago), tra i primi ad aver chiesto ai cittadini di avvisare con anticipo il Comune in caso volessero accogliere. Pena una multa che va da 2.500 a 15mila euro (leggi qui).
Nella serata di lunedì 16 ottobre, i sindaci dei Comuni che hanno ricevuto la lettera si sono riuniti per discutere l’argomento: “Ci vogliono imporre ancora decisioni calate dall’alto, ma noi non molliamo – commenta Simona Pergreffi (Lega Nord) sindaco di Azzano San Paolo -. Prendiamo atto, ma troveremo altre soluzioni. Per senso di responsabilità non ci addentriamo in ricorsi legali per non incidere sulle casse comunali. Le ordinanze sono per tutelare i nostri cittadini e fermare la speculazione sull’accoglienza. Andiamo avanti trovando altre strade”.
Qui sotto il post pubblicato sui social network – con tanto di lettera della Prefettura allegata – da Vanessa Bonaiti, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Torre Boldone. L’amministrazione guidata dal sindaco Claudio Sessa (centrodestra) ritirerà l’ordinanza: “Visto che a decidere è l’Avvocatura di Stato – si legge nel post – ci vediamo costretti a malincuore a ritirare la predetta ordinanza onde non rischiare di gravare i cittadini di ulteriore spese per procedimenti legali”.
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