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Save the children

“Cari ministri del G7, alle parole seguano i fatti, non scordatevi i bimbi affamati”

Per sensibilizzare e informare l'opinione pubblica sulla situazione allarmante della malnutrizione, Save the Children ha pubblicato un rapporto integrale come sostegno alla campagna globale "Fino all'ultimo bambino" e, in occasione dell'incontro dei ministri a Bergamo, Chiara Damen di Save the Children vuole lanciare un appello.

I ministri delle politiche agricole di Italia, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Canada e Stati Uniti si sono dati appuntamento a Bergamo nel weekend del 14 e 15 ottobre per il G7 dell’agricoltura, gruppo che comprende le sette economie più avanzate al mondo e di cui da gennaio di quest’anno l’Italia ha assunto la presidenza. Dalle 15 di sabato fino alle 12 di domenica si entrerà nel vivo delle tematiche più calde quali la tutela degli agricoltori dalle crisi, dovute anche alle calamità naturali e ai cambiamenti climatici e le migrazioni e la sicurezza del cibo per una popolazione mondiale in crescita.

Ogni anno, nel mondo, circa 6 milioni di bambini muoiono prima di aver compito i 5 anni per cause facilmente curabili e prevenibili. Tra queste la malnutrizione, che provoca quasi la metà delle morti infantili a livello globale, uccidendo circa 3 milioni di bambini ogni anno: 52 milioni di minori sotto i 5 anni in questo momento stanno soffrendo la carenza improvvisa di cibo e nutrienti, mentre ben 155 milioni sono malnutriti cronici e rischiano che le gravi conseguenze sul loro sviluppo fisico e cognitivo si ripercuotano sull’intero ciclo di vita.

Per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulla situazione allarmante della malnutrizione, Save the Children ha pubblicato un rapporto integrale come sostegno alla campagna globale “Fino all’ultimo bambino” e, in occasione dell’incontro dei ministri a Bergamo, Chiara Damen di Save the Children vuole lanciare un appello.

“L’incontro del G7 a Bergamo è un appuntamento importante per farci ascoltare, per essere la voce dei bambini. E’ necessario che i governi prendano in seria considerazione i dati allarmanti circa la malnutrizione infantile nel mondo. E, fino ad ora, da parte dei governi ci sono state solo dichiarazioni politiche che promettevano di impegnarsi, ma che, in concreto, non hanno fatto abbastanza. Nonostante l’Italia si fosse posta in prima linea per rendere il tema della malnutrizione infantile uno dei punti primari del vertice generale a Taormina, la questione non è stata affrontata. Noi chiediamo che i governi ci ascoltino, che non si dimentichino dei bambini e dei soggetti più vulnerabili, come le donne in gravidanza, vittime anche esse della malnutrizione. Chiediamo che ci sia un impegno costante che non si traduca solo in parole, ma in investimenti economici concreti, dal momento che, secondo i dati, gli investimenti fatti fino ad ora sono risultati insufficienti. I cambiamenti di governo non sono accettabili come scusa per i continui rinvii e rallentamenti ad azioni concrete. I bambini non possono aspettare. La malnutrizione è un killer silenzioso che trae ancora più forza proprio attraverso il circolo vizioso della povertà, dei conflitti e dei cambiamenti climatici. E, per quelli che sopravvivono, la malnutrizione rappresenta una condanna per tutta la vita, perché può danneggiare il loro sviluppo cognitivo e avere ripercussioni devastanti sul loro futuro e sulle loro opportunità di vita da adulti.”

“Una fame da morire. Vecchie e nuove sfide nel contrasto alla malnutrizione” è il titolo del report pubblicato da Save the Children sulla malnutrizione che riporta i dati allarmanti delineati dall’appello di Chiara Damen.

Nei Paesi a medio e basso reddito, 2 minori su 5 vivono in stato di povertà multidimensionale, con forti deprivazioni circa l’accesso al cibo, ai servizi igienico-sanitari e all’educazione, mentre nel Corno d’Africa e in Kenya, in seguito all’emergenza climatica El Niño, 7 milioni di bambini stanno ancora facendo i conti con la carenza d’acqua e di sostanze nutritive. Solo nel 2016 guerre e insicurezza alimentare hanno provocato la fuga di 65,6 milioni di persone e 122 milioni di bambini affetti da malnutrizione cronica vivono in zone sferzate dai conflitti.

È per loro che Save the Children lancia la campagna globale Fino all’ultimo bambino, per salvare e dare un futuro ai bambini senza un domani.

fame mondo

Nell’ambito della campagna, Save the Children, in collaborazione con Microsoft e con il patrocinio del Comune di Milano, ha ricreato, presso la Microsoft House di Milano, in viale Pasubio 21, un percorso esperienziale immersivo – dal 12 al 17 ottobre – per conoscere da vicino il problema della malnutrizione. Grazie alle tecnologie della realtà mista (con il visore HoloLens), i visitatori, tra cui anche tanti alunni delle scuole, avranno la possibilità di vivere un’esperienza coinvolgente ed educativa. Attraverso gli ologrammi, infatti, potranno sperimentare sensazioni reali di contesti di disagio, oltre a poter sentire durante il percorso anche odori e suoni per ritrovarsi a tu per tu con le stesse sfide di chi, ogni giorno, è costretto a fare i conti con la povertà estrema, le guerre e i cambiamenti climatici, le tre concause principali della malnutrizione.

Dal nuovo rapporto di Save the Children emerge che la malnutrizione rappresenta la concausa di circa la metà (45%) delle morti infantili a livello globale. Dei 155 milioni di bambini che soffrono di malnutrizione cronica (1 minore su 4 sotto i 5 anni nel mondo), più della metà si trova in Asia, in particolare in Asia Meridionale (oltre 61 milioni), e il 30% in Africa. 52 milioni di bambini (1 su 12) sono invece colpiti da malnutrizione acuta, di cui più della metà in Asia meridionale, mentre circa 41 milioni risultano obesi o in sovrappeso, di cui 4 milioni in Paesi ad alto reddito. In questi ultimi si contano del resto 1,6 milioni di minori colpiti da malnutrizione cronica. Tra i Paesi che riportano i tassi peggiori di malnutrizione troviamo l’Eritrea, dove ne è colpito 1 bambino su 2 sotto i 5 anni, e l’India, dove la proporzione tocca quasi il 48%. Buone notizie giungono invece dall’incremento, a livello globale, della pratica dell’allattamento al seno, che garantisce ai neonati 6 possibilità in più di sopravvivere nei primi mesi di vita: dal 36% di bambini di età inferiore ai 6 mesi allattati esclusivamente al seno nel 2005, si è passati al 43% nel 2016, con aumenti consistenti soprattutto in Asia meridionale (59%) e Africa orientale (75%).

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Il circolo vizioso della povertà

I bambini che nascono in contesti di povertà sono i più esposti al rischio della malnutrizione e alle gravi deprivazioni di carattere sanitario ed educativo. In 103 Paesi a medio e basso reddito sono 689 milioni i minori considerati poveri multidimensionali: in India lo è circa la metà dei bambini, mentre ben 9 su 10 in Etiopia, Niger e Sud Sudan.

In Africa subsahariana, appena meno della metà della popolazione che vive nelle zone rurali (43%), può accedere alle fonti d’acqua potabile, mentre solo 1 persona su 5 ha accesso ai servizi igienici, considerati entrambi elementi essenziali nella lotta alla malnutrizione. In Asia centrale e meridionale la percentuale di popolazione nelle aree rurali con accesso ai servizi igienici è invece del 40%. Tra gli elementi che incidono sulla povertà infantile anche l’accesso all’istruzione e alla formazione, dal quale ancora oggi sono tagliati fuori 263 milioni di bambini e adolescenti nel mondo.

Cambiamenti climatici

In seguito alla grave emergenza El Niño, considerata la peggiore crisi legata al cambiamento climatico degli ultimi 35 anni, quasi 20 milioni di persone, nel Corno d’Africa, stanno soffrendo gli effetti della dura crisi alimentare, tra cui ben 7 milioni di bambini tra Etiopia, Somalia e Kenya che non hanno sufficiente accesso al cibo, in seguito alla perdita dei raccolti e del bestiame provocata dalla siccità, e a fonti d’acqua sicure, con forti ripercussioni sulla diffusione di malattie quali diarrea, colera e morbillo]. In Kenya sono 83 mila i bambini colpiti da forme severe di malnutrizione acuta e 39 mila le donne incinte o in fase di allattamento a rischio. La malnutrizione acuta ha colpito 376 mila bambini in Etiopia e 275 mila in Somalia dove, nella prima metà del 2017, il numero di bambini affetti da malnutrizione, che hanno 9 probabilità in più di perdere la vita, è aumentato di almeno il 50%. A livello globale, inoltre, se i cambiamenti climatici estremi dovessero intensificarsi si stima che oltre 592 milioni di persone potrebbero essere a rischio malnutrizione nel 2030 e quasi 477 milioni nel 2050.

Conflitti

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Delle 815 milioni di persone denutrite a livello mondiale, più della metà (489 milioni) vive in Paesi colpiti da conflitti, dove si stima che il tasso di malnutrizione cronica si riduca a un ritmo 4 volte inferiore rispetto ai Paesi non colpiti da crisi e dove i tassi di povertà risultano in media superiori di 20 punti percentuali.

Si tratta, in particolare, di zone in cui i bambini hanno il doppio delle possibilità di diventare malnutriti e morire durante l’infanzia rispetto ai propri coetanei negli altri Paesi in via di sviluppo. Contesti estremamente fragili e pericolosi in cui i minori e le loro famiglie sono costretti a sfamarsi con quel che rimane dei raccolti o ad arrangiarsi con ciò che trovano, come cibo per animali o foglie, a bere da sorgenti d’acqua contaminate, spesso senza accesso a medicinali e assistenza sanitaria. In Yemen, dove circa 17 milioni di persone – pari al 60% della popolazione – risultano in stato di insicurezza alimentare, già prima della crisi circa la metà dei bambini sotto i 5 anni risultava affetta dalla malnutrizione e 1 donna ogni 370 moriva per complicazioni durante gravidanza e parto, mentre dal 2014 al 2016 l’aggravarsi del conflitto ha provocato un aumento del 20% delle morti infantili.

L’intervento di Save the Children. L’Organizzazione contribuisce da anni a contrastare la mortalità e la malnutrizione infantile attraverso interventi sul campo e un approccio multisettoriale. Dal 2009 al 2015, con la campagna Every One per il contrasto alla mortalità infantile, Save the Children si è impegnata fortemente per evitare che milioni di bambini sotto i 5 anni perdessero la vita per cause facilmente curabili e prevenibili. Solo nel 2016, nel mondo, grazie alla campagna Fino all’ultimo bambino, l’Organizzazione ha raggiunto 21 milioni di bambini con i suoi programmi di salute e nutrizione. I programmi di Save the Children, oltre a prevedere interventi specifici in tema di nutrizione, prevenzione e assistenza materno-infantile, prima e dopo il parto, comprendono azioni specifiche per incentivare la crescita delle comunità locali in modo sostenibile.

Anche quest’anno tutti potranno sostenere la campagna attraverso il numero solidale 45544, che sarà attivo dal 12 ottobre al 5 novembre. Sarà possibile donare 2 euro inviando un SMS dai cellulari WIND Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali. Si potranno inoltre donare 2 o 5 euro chiamando lo stesso numero da rete fissa TIM, Wind Tre, Fastweb e Tiscali, oppure 5 euro da rete fissa Vodafone, TWT, Convergenze e PostMobile.

Il rapporto integrale è disponibile QUI

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