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L'intervista

Da Frollo a Walt Disney, l’attore Vittorio Matteucci maestro di recitazione a Bergamo fotogallery

Vittorio Matteucci, cantante e attore noto per aver interpretato il personaggio Frollo nel Musical “Notre Dame De Paris", è stato ospite dello stage di recitazione e canto organizzato dalla compagnia teatrale “La Gilda Delle Arti”.

Vittorio Matteucci, cantante e attore noto per aver interpretato il personaggio Frollo nel Musical “Notre Dame De Paris”, per la prima volta nel 2003, è stato ospite dello stage di recitazione e canto organizzato dal Teatro “La Gilda Delle Arti”: si trattava di mini-lezioni individuali pensate nello spazio di due giorni (il 7 e l’8 ottobre) per un totale di 16 ore, in cui chiunque voleva, poteva sperimentarsi o migliorare le proprie tecniche in uno dei due campi artistici previsti, arricchendosi anche delle esperienze degli altri partecipanti.

E io ho avuto l’onore e il piacere di intervistarlo.

“La passione per il canto e per la recitazione ha fatto parte di me da sempre, come fosse un parente, non c’è stato un momento particolare che mi ha fatto nascere questa passione – mi racconta – Già all’età di tre anni cantavo nel coro del paese fino a diventare direttore in diversi cori, per poi sbarcare in televisione negli anni ’90 come vocalist in alcuni programmi. Ma il mio successo è legato ai numerosi musical in cui ho interpretato la parte dell’antagonista -Dracula, Giuda, Scarpia, L’Innominato, Il padre di Giulietta, Frollo-. Ma non perché io sia cattivo! E’ stata semplicemente una combinazione, dovuta al fatto che gli attori che hanno voce scura e con una certa esperienza sono scelti proprio per questi ruoli in quanto sono caratterizzati da una maggiore complessità psicologica rispetto ai “buoni”.”

“Frollo è sicuramente il personaggio che mi ha reso famoso a livello nazionale – continua Matteucci – A distanza di quindici anni ho più consapevolezza nel modo di rendere l’idea e la psicologia del personaggio, tuttavia da un punto di vista emotivo è come se fosse sempre la prima volta. Non so se il personaggio di Frollo e di tutti gli altri sarà ancora per molto il mio futuro: il mio lavoro non si fonda su quello che ho costruito, ma essenzialmente sulla passione. Sono contento di partecipare a questo stage e di avere impegni didattici. Nel mio lavoro bisogna essere versatili e io, nel corso della mia carriera, ho sperimentato quasi tutti gli ambiti artistici: canto, coro e anche un gruppo musicale chiamata“la band di Vittorio Matteucci”, con la quale già nel 1981 mi sono fatto conoscere. E poi recitazione amatoriale e musicale, e, solo in parte,il doppiaggio. Io dico sempre: “Le passioni quando le coltivi, prima o poi ti ritornano”. E io ci credo, ragazzi, non abbandonate i vostri sogni.”

Mi ha raccontato che da ragazzo era appassionato della Divina Commedia e che sognava di poter creare la scenografia di un musical tratto proprio da quest’opera. Il piacere di questo argomento letterario, forse in parte trasferitogli fin da piccolo da alcuni membri della famiglia, laureati in lettere, l’ha coltivato anche all’Università, avendo dato due esami di filologia dantesca. “Era un sogno che coltivavo da sempre e non ci credevo quando mi chiamarono per interpretare il ruolo di Dante!”

Nel corso della sua vita ha conosciuto Lucia Dalla – “Mi chiamò collega quando ricoprì la parte di Scarpia nella Tosca” – e ha collaborato con Walt Disney: “Che sogno! Ho doppiato il personaggio di Yao in Mulan e mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Ho anche interpretato la canzone ‘George Re della Giungla’, dell’omonimo cartone animato. Non mi arresi nemmeno quando mi dissero che per interpretare Dracula cercavano un uomo alto, biondo e con gli occhi azzurri! Ma alla fine, grazie alla mia determinazione, ho convinto i giurati e alla fine ho ottenuto la parte.”

E’ un onore avere Vittorio Matteucci come insegnate, anche solo per poche lezioni. La sua passione è dirompente e non può che contagiarti. “Quello della recitazione e del canto è stato ed è tutt’ora un grande amore, perché, se l’amore di coppia può morire, quello artistico non finisce mai.”

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