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Bergamo

Discarica Cappella Cantone: chiesti 2 anni e 4 mesi per gli ex vertici della CdO

Rossano Breno e Luigi Brambilla, rispettivamente ex presidente e vice, sono accusati di "millantato credito" nell'ambito della vicenda della discarica di amianto che portò alla condanna dell'imprenditore bergamasco Pierluca Locatelli.

È di due anni e quattro mesi di reclusione la condanna richiesta, in rito abbreviato, dal pm Giancarlo Mancusi nei confronti di Rossano Breno e Luigi Brambilla, rispettivamente ex presidente e vice della Compagnia delle Opere di Bergamo ai quali viene contestato il “millantato credito” nell’ambito della vicenda della discarica di amianto di Cappella Cantone. 

Un caso che risale al 2011 quando Pierluca Locatelli fu accusato di aver versato delle mazzette all’ex consigliere regionale Franco Nicoli Cristiani: l’imprenditore di Grumello del Monte venne condannato mentre l’allora governatore della Lombardia Roberto Formigoni fu prosciolto da ogni accusa insieme al suo assessore all’Ambiente Marcello Raimondi. 

In merito alla particolare tranche dell’indagine che riguardava la Compagnia delle Opere, invece, il giudice milanese si era detto incompatibile e nel 2014 il fascicolo passò nelle mani della Procura di Bergamo. 

Ad aprile dello scorso anno il giudice del Tribunale di Bergamo Tino Palestra aveva confermato l’archiviazione, come da richiesta dei pm, di Formigoni e Raimondi mentre per Breno e Brambilla l’accusa era quella di “presunti millantatori” (e non più “presunti corruttori” come inizialmente nel procedimento di Milano): in particolare l’ex presidente della CdO avrebbe millantato conoscenze in Regione Lombardia per ricevere denaro da Locatelli.

L’imprenditore pagò, secondo quando ricostruito dall’accusa, 200mila euro ad agosto 2010 con fatture di operazioni fittizie: altri 200mila euro, invece, avrebbe dovuto pagarli nel settembre 2011, in seguito all’autorizzazione integrata ambientale rilasciata da Regione Lombardia per il progetto della discarica, ma Locatelli non ricorda se quei soldi furono effettivamente versati.

Gli ex vertici della CdO continuano a respingere le accuse, come già fatto in tribunale a Milano: allora nella memoria difensiva avevano giustificato ogni collegamento o fattura, ora rimangono in attesa della sentenza del gup Marina Cavalleri, fissata per il 14 febbraio 2018.

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