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La decisione

Stalking a una compagna, rinviata a giudizio la campionessa Greta Cicolari

Con lei anche il fidanzato Dimitri Lauwers e i due fratelli Alessio e Cristiano, per atti persecutori verso Marta Menegatti, Daniela Gioria e l'allenatore della Nazionale Lissandro Dias Carvalho

Rinviati a giudizio per atti persecutori Greta Circolari, il fidanzato Dimitri Lauwers e i due fratelli Alessio e Cristiano, residenti ad Azzano San Paolo. Dopo l’acceso divorzio sportivo di quattro anni fa, prosegue in tribunale la battaglia legale tra la veneta Marta Menegatti e la bergamasca Cicolari, ex coppia d’oro del beach-volley italiano.

La Menegatti, insieme alla collega Daniela Gioria e all’allenatore della Nazionale Lissandro Dias Carvalho, aveva presentato una serie di denunce nei confronti della ex compagna, dei fratelli e del fidanzato.

Le accuse riguardano atti persecutori (stalking) e molestie ai danni di tutti e tre. Si tratterebbe di sei denunce contenute in un fascicolo dove sono trascritti anche i messaggi personali e i post di Facebook ritenuti offensivi e di polemica pubblicati sui social dai quattro indagati. Tra queste fonti d’accusa pure due querele del 2014, una delle quali per la presunta l’aggressione verbale da parte di Lauwers durante la finale del campionato italiano 2015 ai danni di Gioria.

I fatti sarebbero scaturiti dall’esclusione della Cicolari dalla Nazionale e dalla sospensione di 13 mesi che le era stata inflitta dalla Federazione pallavolo (Fipav) per la quale il Tar del Lazio le ha poi riconosciuto un risarcimento di circa 210mila euro.

Nel corso dell’udienza preliminare di martedì 26 settembre, fissata su disposizione del procuratore della Repubblica di Bergamo Walter Mapelli, il giudice per le indagini preliminari Ciro Iacomino ha rinviato a giudizio i quattro. Il processo prenderà il via nel febbraio del prossimo anno.

Greta Cicolari e il fidanzato Dimitri Lauwers, in un’intervista dello scorso marzo a Bergamonews, si erano detti tranquilli e si dichiaravano pronti a dare battaglia: “Avremo occasione e modo di dimostrare pubblicamente l’inconsistenza dell’accusa rivolta nei nostri confronti e, all’esito, valuteremo l’opportunità di attivare a nostra volta la giustizia sportivo-federale contro i suddetti denuncianti, nelle cui condotte possono fin d’ora ravvisarsi profili antisportivi e sleali”.

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