A due mesi dalla tragica morte di Bara, uno degli indagati per quella tragedia viene aggredito da un gruppo di ragazzi all’uscita da un locale. Per il momento chi indaga parla di strane coincidenze, ma sono in corso accertamenti per capire se ci possa essere qualcosa di più serio dietro all’episodio avvenuto nella serata di sabato 23 settembre all’esterno di un locale di Villa d’Almè.
Una data che chi abita nella zona conosce bene. Due mesi prima, infatti, a Ubiale Clanezzo è morto Mamadou Lamine Thiam, Bara per gli amici, il ventenne senegalese di Almè ritrovato senza vita in un burrone proprio nella serata di domenica 23 luglio, dopo la fuga causata dal litigio avvenuto a una festa del paese la notte precedente.
Per quell’episodio sono indagati per omicidio preterintenzionale C.B. 53 anni, operaio di Ubiale Clanezzo, e per concorso una coppia di fidanzati, R.M. di 25 anni, di Alzano Lombardo e la sua compagna, B.I, 35anni, di Sedrina.
Il 25enne indagato sabato, dopo aver trascorso la serata in un locale, all’uscita è stato circondato e aggredito da un gruppo di ragazzi. Un vero e proprio pestaggio, con pugni e calci, tanto che il giovane ha dovuto essere ricoverato per qualche ora in ospedale e ha rimediato una prognosi di cinque giorni.
Gli stessi aggressori, prima di fuggire nel buio della notte, pare senza essere notati da testimoni, hanno anche danneggiato pesantemente la vettura del 25enne.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Villa d’Almè che hanno avviato le indagini partendo dal racconto della vittima, che però, a causa dello shock, non ha saputo fornire molti dettagli sull’accaduto e sui responsabili. Nemmeno le telecamere della zona pare li abbiano ripresi.
Sul caso stanno ora indagando i militari della Compagnia di Zogno, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Bergamo Fabio Pelosi.
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