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Scanzorosciate

Il sogno del museo del vino sul Moscato sta diventando realtà

L'ex oratorio di Scanzo verrà ristrutturato e ospiterà il museo del vino dedicato al Moscato di Scanzo, ma anche spazi culturali, locali per l'housing sociale per disabili e spazi per i minori. Un'operazione da 3 milioni di euro.

È nato come un sogno ma sta diventando realtà. A Scanzorosciate sta vedendo la luce un progetto ambizioso e di notevole valore per il territorio, ossia l’apertura di un museo del vino dedicato al Moscato di Scanzo.

Ad ospitarlo sarà l’ex oratorio di Scanzo, che verrà ristrutturato: da un punto di vista architettonico, il progetto è stato definito e ora sta cominciando la progettazione di contenuto, degli allestimenti, si stanno raccogliendo i fondi e se ci fossero sponsor che volessero contribuire possono sostenerlo.
L’idea viene da lontano: il sindaco Davide Casati l’aveva pensata circa quattro anni fa, a inizio mandato e ora la sua realizzazione si sta avvicinando. Il traguardo non è poi così distante: se tutto procede senza intoppi, dovrebbe concretizzarsi nel 2019.
Ma non è tutto: oltre al museo del vino, l’edificio ospiterà spazi culturali e sociali. Per saperne di più, abbiamo intervistato il sindaco Casati.

Come è nato questo progetto?
Abbiamo partecipato a due bandi, uno della Fondazione Cariplo e uno della Provincia di Bergamo sul found raising, cioè la raccolta fondi. Abbiamo vinto il bando Cariplo ottenendo un contributo a fondo perduto di circa 600mila euro su un’operazione di 3 milioni di euro, che coinvolge il Comune, la cooperativa sociale Aeper, l’associazione di promozione sociale Sotto alt(r)a quota, la cooperativa sociale L’Impronta e l’associazione Strada del Moscato di Scanzo e dei sapori scanzesi.

In che cosa consiste?
Il progetto prevede l’acquisizione dell’ex oratorio di Scanzo, in piazza monsignor Radici, con l’obiettivo di ristrutturarlo e realizzare al suo interno il museo del vino dedicato al Moscato di Scanzo che verrà allestito con la direzione artistica dell’associazione Sotto alt(r)a quota. Sarà costituito da una parte statica, dedicata alla preparazione del vino mentre l’altra sarà più interattiva.
L’edificio ospiterà anche spazi culturali, con un grande salone dove sarà possibile organizzare mostre, incontri formativi e iniziative rivolte a tutta la comunità. Inoltre, ci saranno dei locali di housing sociale per disabili a cura della cooperativa L’Impronta e uno spazio per minori a cura della cooperativa Aeper.

Per concludere, perchè questo progetto è importante?
Perchè rilancia il cuore del centro storico, lo fa rivivere, sono spazi culturali e sociali che aggregano la comunità, è un progetto che valorizza ulteriormente il Moscato di Scanzo e i prodotti tipici e mette al centro dell’attenzione le fragilità, va incontro a disabilità e minori, a chi ne ha più bisogno.

È un progetto al quale pensava da tempo
Era un sogno, me l’ero posto come obiettivo appena diventato sindaco, come un traguardo quasi irraggiungibile. Ora ci stiamo avvicinando alla sua realizzazione, che speriamo possa concludersi nel 2019.
È il coronamento di un sogno: diventerà patrimonio della comunità, è una di quelle opere che quando si concretizzano cambiano un po’ la storia del Comune.

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