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Due cavalli in bronzo di Elia Ajolfi all’ex Monastero di Valmarina

Nell'ampia corte dell'ex Monastero di Valmarina sono allestiti dal 17 settembre due cavalli in bronzo di Elia Ajolfi.

Nell’ampia corte dell’ex Monastero di Valmarina sono allestiti dal 17 settembre due cavalli in bronzo di Elia Ajolfi.

Si tratta di un’opera del 1994 della collezione privata dell’artista, di notevole impatto visivo, che serba la grazia e insieme la forza e la sintesi di cui era capace lo scultore bergamasco.
Concessa in comodato d’uso dalla famiglia Ajolfi al Parco dei Colli per la sede di Valmarina, la coppia di cavalli accoglie i visitatori in una cornice ideale sotto il profilo architettonico e paesistico e sottolinea l’inscindibile legame dell’arte di Ajolfi con il territorio.

Il Parco rende omaggio all’artista, il cui centenario della nascita cadeva lo scorso anno, anche con una pubblicazione fotografica dedicata alle opere dello scultore diffuse nello spazio urbano. Il libro – disponibile nella sede di via Valmarina 25 al costo di 10 euro (Ed. Bolis) – ha un formato snello e un progetto grafico efficace, documenta una ventina di opere tra le più importanti presenti negli spazi pubblici di Bergamo città e si pregia del contributo dell’architetto Attilio Pizzigoni, oltre che di Angelo Colleoni, vicepresidente del Parco Regionale dei Colli. Sono testi che, nell’evidenziare il portato dello scultore Ajolfi nell’identità culturale e artistica di Bergamo, testimoniano l’importanza di tutta una generazione, di tutta una scuola bergamasca di scultura del Novecento cresciuta all’ombra delle botteghe artigiane oltre che delle accademie d’arte.

“Si tratta – afferma la figlia di Ajolfi, Guya, con gli altri ideatori del progetto – di una sorta di peregrinazione sentimentale per le vie cittadine alla ricerca di segni che accompagnano il nostro vivere quotidiano. Non è una mappatura esaustiva, quanto piuttosto un viaggio tra pezzi monumentali e piccole opere meno note per sottolineare il dialogo e l’intima relazione tra l’arte di mio padre e il contesto urbano”.
“Per noi questo progetto è uno dei modi per festeggiare i 40 anni del Parco – ha sottolineato Oscar Locatelli presidente del Parco dei Colli – e va nella direzione di concentrare nel Parco tutte le espressioni che tendono a elevare l’essere umano, l’arte, la cultura, la tutela del paesaggio. Ringraziamo la famiglia dello scultore per questa concessione che ci onora”.

Elia Ajolfi è particolarmente noto per le sue figure animali – si pensi ai pavoni, pesci, tori, galli, gru di cui si popolano le strade, le piazze, le corti anche del centro cittadino (piazza Dante, via Torquato Tasso, il giardino della Banca d’Italia, il giardino studio d’artista in via da Calepio…) – che costituiscono, in una sorta di mostra a cielo aperto, un repertorio estetico e simbolico straordinario. Un talento e una fama, quelli di Ajolfi, che lo annoverano tra i più rappresentativi esponenti della scultura italiana contemporanea: partecipe di diverse edizioni della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma (sue opere sono in collezioni permanenti di tutta Europa), a contatto costante con il mondo dell’architettura e delle arti visive tout-court – fu apprezzato nientedimeno che da Henry Moore che lo definì “un tipico bronzista italiano”.

Nei cavalli ora esposti in Valmarina “c’è un evidente ricordo di Marino Marini”, nota Attilio Pizzigoni, “e si coglie la ricchezza dell’arte di Ajolfi capace di essere espressiva anche nell’elementarità delle forme semplificate”.
A sedici anni dalla scomparsa dello scultore, l’iniziativa permetterà a tanta gente di conoscerlo meglio e comunque di incontrare con più consapevolezza la sua arte testimoniata dagli spazi pubblici della città e del territorio.

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