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I numeri

Mense scolastiche: a Bergamo 4 euro, ma tutto a carico delle famiglie

È quanto rivela il 4° rapporto di Save the Children “(Non) tutti a Mensa 2017”

Nelle scuole primarie di Bergamo la tariffa minima per la mensa dei bambini è di 4 euro, con due buone notizie. Una riguarda le diminuzioni apportate dal comune di Bergamo: 1,50 euro in meno rispetto all’anno scolastico 2014/2015 quando la tariffa minima era di 5,50 euro (la più alta in Italia). L’altra riguarda tutte i nuclei familiari che si trovano al di sotto della soglia di povertà (ISEE inferiore a 5.000 euro), in questo caso il capoluogo orobico ha previsto una riduzione sulla tariffa (guarda qui).

È quanto riporta il quarto rapporto di Save the Children (Non) tutti a Mensa 2017, pubblicato alla vigilia del nuovo anno scolastico. All’interno del dossier (Consulta il rapporto “(Non) Tutti a Mensa 2017”), gli esperti di Save the Children hanno analizzato la proposta di refezione scolastica per le scuole primarie di 45 comuni-capoluogo di provincia con più di 100mila abitanti, valutando tariffe, agevolazioni, esenzioni e trattamento delle famiglie morose.
Dal rapporto emerge un quadro sfaccettato con “la drammatica situazione di quei comuni che offrono il servizio a meno del 10% degli alunni: Reggio Calabria (0,07 %), Siracusa (0,88 %), Palermo (2,38%), Foggia (7%) e Perugia (10%). Sono 13 invece i comuni che offrono il servizio a più del 95% degli alunni frequentanti le scuole primarie, tra questi Cagliari, Forlì, Monza e Bolzano alla totalità degli alunni”. Bergamo arriva al 92%.

Le tariffe minime e massime ampliano il quadro della disparità tra comune e comune: si va da una tariffa massima di 2,3 euro a Catania -a Bergamo si superano i 5 euro- fino a 7,28 euro a Ferrara, da una minima di 0,3 euro a Palermo -a Bergamo non si scende sotto i 4 euro- per arrivare ai 6 euro di Rimini. Save the Children sottolinea che alcuni comuni hanno “modificato in senso più equo le loro politiche, come nel caso dei Bergamo (-1,50 euro in tre anni) e Livorno che hanno diminuito di molto le tariffe minime, o dei comuni di Brescia, Andria e Monza che seppur aumentando di poco le massime hanno diminuito le tariffe minime”. In una nota fa menzione del fatto che il capoluogo orobico ha introdotto la riduzione per ISEE inferiore a 5.000 euro e che “al termine dell’anno scolastico oggetto del monitoraggio procederà ad una valutazione del sistema tariffario sulla base dei dati statistici dell’Amministrazione”.

Alcuni scolari in una mensa

Nel rapporto si legge, poi, che “la percentuale di costo a carico delle famiglie (prevista da bilancio) va da un massimo dei comuni di Bergamo, Forlì e Parma che riferiscono di caricare circa il 100% del costo a carico delle famiglie, ad un minimo riferito dai comuni di Bari (30%), Cagliari, Napoli e Perugia (35%)”. Sui 43 comuni-capoluogo solo Trieste, Venezia, Prato, Pescara, Ancona, Andria, Bari, Roma e Latina prevedono un’esenzione per le famiglie con valore Isee inferiore a 5mila nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Bergamo prevede la possibilità di esenzione nei casi di disagio accertato tramite la segnalazione da parte dei servizi sociali tanto la stessa amministrazione ha comunicato che “la fornitura dei pasti gratuiti per quest’anno è più che raddoppiata”.

La diseguaglianza tra comune e comune interessano anche le agevolazioni e le esenzioni. “Sono 27 i comuni che -rimarca Save the Children- pongono la residenza come requisito essenziale per l’accesso alle agevolazioni: tra questi i comuni di Bolzano, Brescia, Catania, Padova e Vicenza la applicano solo per l’accesso alla riduzione, mentre i comuni di Torino e Bergamo solo nell’accesso alle esenzioni”. Il capoluogo orobico sostiene che “fino ad oggi l’esenzione è stata necessaria soltanto per nuclei familiari residenti. Non sono pervenute segnalazioni da altri comuni. In tali casi, peraltro, l’esenzione sarebbe applicata in accordo con il comune di residenza”. Il rapporto si conclude sottolineando “i progetti mirati a incrementare l’uso nel menù di cibo a Km 0 o biologico; tra questi si segnala il comune di Bergamo che nel progetto “Mangio locale e penso universale”, include anche i progetti “Un orto a scuola” e “Menu a km zero” con finalità di porre l’attenzione su un corretto stile di alimentazione”.

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