Praticamente tutti coloro che l’hanno conosciuto hanno un aneddoto da raccontare. Una storia bella, di cura e di cuore. Di aiuto e solidarietà. Stiamo parlando di Pasquale Ventura, medico a tutto tondo, morto venerdì all’ospedale di Sarzana, in Liguria, dove era stato ricoverato mentre era in vacanza a causa di una crisi respiratoria.
Pasquale Ventura, che abitava in città, aveva 83 anni, gran parte della sua vita l’ha trascorsa al pronto soccorso dell’ospedale di Bergamo: qui, dal 1979 al 2001 è stato primario. Ma la sua esistenza l’ha spesa in mille modi, tra ricerca, specializzazioni, insegnamento, impegni in associazioni… il tutto riassumibile in un unico progetto di vita: prendersi cura delle persone, non solo i pazienti ma anche i loro familiari, non solo gli amici anche sconosciuti eppure bisognosi di sostegno fisico, morale e anche sociale.
Sì perché Pasquale Ventura, coi suoi occhi azzurri limpidi e brillanti, si dava da fare per trovare lavoro per un paziente con problemi economici. Oppure, e l’ha fatto da presidente del Rotary Bergamo Sud, si spendeva per trovare e rendere utilizzabili macchinari sanitari per le zone povere del mondo o per la cura e la prevenzione dell’Hiv in Malawi.
Intanto portava avanti nel modo migliore e serio le sue attività di medico specializzato in endocrinologia, ma anche di docente alle Università di Brescia, Chieti e Pisa. E dava alle stampe più di cento pubblicazioni nei settori in cui era specializzato: oltre all’endocrinologia, malattie andrologiche e malattie del fegato sulle quali organizzò dieci anni orsono un convegno internazionale proprio a Bergamo.
Insieme a ricordi dolci e positivi lascia la moglie Maria Elena Rubega, che è stata vicequestore a Bergamo, e tre figli, Rosaria, insegnante, Valentina e Lorenzo, avvocati.
L’ultimo saluto lunedì alle 15 nella parrocchiale di Borgo Santa Caterina.
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