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In cima alle classifiche

Sarahah, la nuova app in voga tra gli adolescenti: “Che tristezza”

"Si tratta di un programma che permette alle persone di ricevere dei feedback su loro stessi in forma anonima, senza poter in alcun modo replicare e senza sapere l’identità del mittente."

Da qualche settimana una nuova applicazione è comparsa nelle classifiche delle app più scaricate in diversi paesi del mondo; stiamo parlando di Sarahah, un piccolo programmino di appena 22,7 MB (per farvi un’idea WhatsApp pesa più di quattro volte tanto) che permette alle persone di ricevere dei “feedback” su loro stessi in forma anonima, senza poter in alcun modo replicare e senza sapere l’identità del mittente.

Il papà di questa applicazione, il giovane saudita Zain al-Abidin Tawfiq, circa un anno fa, si rese conto di quanto, per un dipendente, fosse difficile esprimere pareri schietti e sinceri a proposito del proprio capo, in quanto questo poteva offendersi e far scattare immediatamente pesanti ritorsioni. Il ragazzo ebbe quindi la geniale idea di “partorire” un clone di siti già esistenti (vedi Ask.fm o thiscrush) dove le persone potessero esprimere i loro pensieri in completo anonimato e senza paura di essere scoperti, non a caso infatti “Sarahah” in arabo significa “sincerità” o “schiettezza”.

Come spesso accade però il figlio non viene seguito a dovere e comincia a frequentare brutte compagnie che lo spingono a ribellarsi alla volontà del padre, facendogli decidere di non seguire il percorso disegnato dal genitore, preferendo una vita più fresca e GGGIOVANE (Cit.)
Sarahah in breve tempo è infatti divenuta la piattaforma di riferimento per gli adolescenti che, anche a costo di essere pesantemente insultati, essendo schiavi della propria immagine, farebbero di tutto per mettersi al centro dell’attenzione e scoprire cosa gli altri pensino su di loro.

Inutile girarci attorno, questa applicazione dall’icona verdognola è tanto inutile quanto triste e rispecchia perfettamente il deficit di responsabilità che in questi anni dilaga in tutti i social equamente diviso tra: bullismo, condivisioni, account fake e anche qualche like. In un certo senso fa riflettere (o anche piangere, a seconda delle sfumature) come tutti questi siti, dal destino più o meno simile, non siano altro che degli infelici controsensi, che si fanno fregio di essere gli unici luoghi dove chiunque possa esprimersi liberamente, ma che in realtà rappresentano l’esatto contrario della “Sarahah”, in quanto questa si ha solo nel momento in cui una persona ha il coraggio di metterci la faccia, che si tratti di un opinione, di un complimento o addirittura di un insulto.

L’onestà è per sua stessa natura un lusso che, purtroppo, queste grottesche piattaforme spacciano sempre più spesso ai migliori offerenti.

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