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La lettera

La mia cagnolina morta per un veterinario superficiale: io, colpevole di essermi fidato

Il dolore del padrone di un cane, anzi di una cagnolina, non curata come si deve e perciò morta. I sensi di colpa per non averla fatta vedere da più di un veterinario. E anche qualche consiglio, frutto della brutta esperienza. Il tutto in una lettera toccante che ci è giunta in redazione.

Il dolore del padrone di un cane, anzi di una cagnolina, non curata come si deve e perciò morta. I sensi di colpa per non averla fatta vedere da più di un veterinario. E anche qualche consiglio, frutto della brutta esperienza. Il tutto in una lettera toccante che ci è giunta in redazione.

“Oggi, il giorno più duro per un padrone di cane, ho ritirato i resti della mia povera scottish, dolce e dignitosa cagnolina assassinata dalla mala sanità veterinaria e dal conformismo tutto italico in cui nei giorni di ponte (quello del 2 giugno) prevale l’obbligo del festeggiare, in spregio a professionalità e pubblicizzata disponibilità 24 ore su 24 ore.

Siete autorizzati a pensare che i miei sentimenti siano esagerati, in un paese in cui si muore di morbillo e si lasciano ammalati in corsia da soli a difendersi dalle formiche. Succede anche questo. Liberi di rispondermi che il confronto non regge. Uomo contro il miglior amico dello stesso.

Sto sempre dalla parte degli animali. Per questo ho deciso di scrivere. Come leggere poesie, per quanto inusuale l’inciso, mi risulta il miglior antibiotico per superare il momento. Non certo per dimenticare.

Un paio di consigli per il futuro. Ai possessori di animali o di coloro che volessero acquistarli. La scelta del veterinario non deve essere un luogo comune. Una mia cara amica per allargare il tema distingue anche gli allevatori in due categorie. I cosiddetti cagnari’ che dispongono sempre di più razze e consegnano cuccioli prima dei 4 mesi di vita, quando capita e solo se sollecitati con la documentazione prevista. Che non hanno quasi mai. Alias diffidare. Scegliere quelli che allevano un paio di razze e consegnano i cuccioli dopo i quattro mesi e con documenti regolari che individuino le vaccinazioni e la provenienza attraverso pedigree.

Meglio non dimenticare i canili, strutture corrette che salvano migliaia di cani dall’abbandono, tema assai scottante prime delle ferie estive.

Ho divagato. Ma può servire. Torno alla figura del veterinario.

Scegliere, indagando sui suoi trascorsi, sulla effettiva disponibilità in particolare a cavallo dei giorni di ponte. Non indugiare di fronte a diagnosi frettolose, pur facendo prevalere l’educazione e il rispetto, consultarne subito un altro. Non perdere tempo. Non credere a risposte superficiali. ‘Sarà il caldo, starà per sorgere il periodo di calore’. Mi sono sentito dire anche questo.

La mia piccola è morta per una banale infezione vaginale finita a tappo nell’utero. Già con un precedente in cartella clinica. Scambiata per prossimità del ciclo. Senza nessun accertamento diagnostico, bastava un esame del sangue o una banale ecografia. ‘Tossisce ?’ L’unico tentativo maldestro di individuazione del problema, quando la febbre segnava quaranta.

Ho sbagliato. Mi sono fidato. Per educazione non ho consultato un altro professionista.

La mia piccolina ora corre felice in un altro mondo. Sotto cieli azzurri dove feste e superficialità connesse non sono ancora conosciute.

Liberi di non essere d’accordo”.

Lettera firmata

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