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Aeroporto e rumori

Curno, Dalmine, Lallio e Treviolo sulle rotte: “Danneggiati, vogliamo dire la nostra”

Il sindaco di Curno Luisa Gamba: "La Commissione Aeroportuale si apra a quei Comuni dell'hinterland interessati dalle emissioni sonore"

I Comuni dell’hinterland aeroportuale alzano la voce. Non solo Dalmine, Lallio e Treviolo, che martedì 27 giugno hanno inviato una lettera ad Enac per chiedere l’immediata sospensione della sperimentazione. Anche la vicina Curno esce allo scoperto e dice la sua in merito alla questione delle rotte, chiedendo maggior voce in capitolo: “Vista la nuova ripartizione, che va a toccare direttamente anche quei Comuni il cui territorio non risulta compreso in tutto o in parte nel sedime aeroportuale, sarebbe opportuno valutare la possibilità di riaprire la Commissione”, sostiene il neo eletto sindaco Luisa Gamba.

La sperimentazione cominciata lo scorso 22 giugno – non è certo un mistero – sta facendo parecchio discutere. E molte delle perplessità sono state sollevate proprio da quei Comuni che sorgono ad ovest dello scalo, con il triangolo Dalmine-Lallio-Treviolo in prima fila.

“La differenza è stata notata anche qui a Curno – spiega il sindaco Gamba -. Aldilà del fatto che la situazione possa cambiare o meno, è nostra intenzione muoverci per capire come ottenere un maggiore potere decisionale, visto che certi provvedimenti vanno a incidere direttamente sul benessere dei nostri cittadini. Oltre a continuare a partecipare ai tavoli di lavoro delle amministrazioni che si stanno interessando al problema, il nostro auspicio è quello di poter dire la nostra anche in Commissione Aeroportuale”.

Al sindaco di Curno fa eco il primo cittadino di Treviolo, Pasquale Gandolfi: “Fino a poco tempo fa i Comuni intorno all’aeroporto che non hanno alcun ruolo istituzionale in Commissione, ma che risultano comunque interessati dalle emissioni sonore, erano invitati alle riunioni come ‘uditori’. Questo permetteva loro una qualche partecipazione e condivisione delle scelte. Ora per noi sindaci è molto più difficile informare correttamente i cittadini, se non basandoci sui documenti ufficiali dell’Arpa che al momento risultano in gran parte disattesi. Un ritorno al passato sarebbe più che auspicabile, e nella lettera inviata ad Enac questo concetto è stato ben espresso”.

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