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Verso l'appello

Denti, il criminologo di Bossetti: “Quello di Yara è stato un delitto in ambito giovanile”

“C’è voglia di non raggiungere la verità e non tutelare gli italiani”. Non ha usato mezzi termini Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti

“C’è voglia di non raggiungere la verità e non tutelare gli italiani”. Non ha usato mezzi termini Ezio Denti, consulente del pool difensivo di Massimo Giuseppe Bossetti, nel commentare l’avvio del processo d’appello nei confronti del muratore di Mapello in programma il 30 giugno.

Ai microfoni di “Legge o Giustizia”, format condotto da Matteo Torrioli sui Radio Cusano Campus, Denti ha detto: “Noi siamo convinti di quello che stiamo facendo. Speriamo bene ovvero che il 30 ci sia una risposta positiva sulla richiesta di nuova perizia del DNA. In primo grado, purtroppo, non abbiamo potuto fare nulla, neanche le perizie sui reperti. L’avv. Claudio Salvagni ha detto una cosa giustissima: non si vuole arrivare alla verità. Bossetti ha bisogno di avere una certezza. Rispetto la scienza ma non si può decidere della vita di una persona solo su questi indizi. Non c’è nulla che possa legare quest’uomo a questo omicidio”.

Per l’appello la difesa ha in serbo alcune novità: “Ci sono tante novità, abbiamo mantenuto massimo riserbo. Non abbiamo neanche fatto copie della richiesta d’appello per evitare che andassero all’esterno. Ci sono elementi già conosciuti e che la Procura non lo ha trattato e che sarebbero sufficienti per nuovo filone d’indagine. Sono sempre convinto che quello di Yara Gambirasio sia un omicidio in ambito giovanile”.

Il presidente della Corte d’assise d’appello di Brescia ha vietato riprese video, audio e fotografiche nell’aula dove si svolgerà il processo. “Se le telecamere fossero entrate in tutte le udienze del primo grado gli italiani sarebbero stati informati sull’accaduto. Invece c’erano giornalisti che riportavano informazioni sbagliate. Ci siamo dovuti difendere prima dai giornalisti e poi dal resto. Abbiamo avuto condizioni particolari e tutti gli italiani non avrebbero avuto dubbi sul cercare di aiutare Bossetti. I giudici pensano che verrebbero fatti a pezzi se potessero entrare le telecamere”.

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