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I dati

“Due ragazzi su tre in Italia non sanno fare la capriola”: i dati nelle scuole bergamasche

Daniele Cancelli, classe '97, ha effettuato un sondaggio prendendo in esame 300 ragazzi suddivisi in 3 fasce d'età (100 ragazzi ciascuna) delle scuole bergamasche, cercando di capire quali siano le attività sportive svolte, praticate e preferite dai minorenni italiani: bambini delle scuole elementari, ragazzini delle scuole medie e ragazzi delle scuole superiori.

Da quanto riportato dal Corriere della Sera, attraverso un articolo che indubbiamente ha fatto riflettere, due ragazzi su tre in italia non non sono in grado di effettuare una semplice capriola; dato per certi versi sconcertante, che merita approfondimenti.

Abbiamo quindi effettuato un sondaggio prendendo in causa 300 ragazzi suddivisi in 3 fasce d’età (100 ragazzi ciascuna), cercando di capire quali siano le attività sportive svolte, praticate e preferite dai minorenni italiani: bambini delle scuole elementari, ragazzini delle scuole medie e ragazzi delle scuole superiori.

Su 100 bambini frequentanti le scuole elementari, 76 praticano attività sportiva almeno una volta a settimana, dato indubbiamente molto positivo.
Il nuoto è l’attività fisica più praticata, probabilmente perché è per antonomasia lo sport che contribuisce in modo completo allo sviluppo e al potenziamento di tutto il sistema muscolare, atto fondamentale in un periodo di notevole crescita come quello della prima infanzia. Segue a ruota la danza e la pallavolo per le bambine e, soprattutto, il calcio per i maschietti. Anche il basket e il tennis vantano presenze discrete, di entrambi i generi.

Dei 100 ragazzi che frequentano le scuole medie, invece, 66 praticano sport, di cui 41 a livello agonistico. Le richieste di allenamenti più intensivi e frequenti durante la settimana, in questa fascia d’età, aumentano, vincolando in numerosi casi i ragazzi a svolgere tre o addirittura quattro sessioni di allenamento a settimana. L’incremento di studio che la scuola media richiede, porta quindi il ragazzo di fronte a un bivio, dover smettere di fare sport ad importanti livelli, o dover cominciare a compiere i primi sacrifici della propria vita, riempiendo i propri pomeriggi di studio e attività sportiva, dando poco spazio al tempo libero. Il calcio consolida la propria leadership come numero di praticanti (38), mentre diminuisce notevolmente il numero di nuotatori (solo 9).

Tra gli studenti delle scuole superiori invece, il numero di sportivi diminuisce; meno della metà degli alunni, infatti, pratica attività sportive durante la settimana (48/100). Questo, indubbiamente, dovuto all’ulteriore incremento di richieste di studio e per le nuove priorità adolescenziali degli studenti. Un ragazzo che pratica sport a livello agonistico, giocando per Club o società professionistiche, è costretto ad addormentarsi relativamente presto, seguendo ritmi ben precisi, diete alimentari specifiche e stile di vita equilibrato. Sacrifici davvero costosi per tutti quei ragazzi che desiderano divertirsi e godersi l’adolescenza, mangiare ciò che si desidera e tornare a casa tardi il sabato sera.
In questa fascia d’età, inoltre, si restringe il numero di sport praticati: quasi solo calciatori e quasi solo pallavoliste.

Aumenta vertiginosamente, però, il numero di ragazzi che frequenta palestre e centri sportivi per fare potenziamento muscolare.
Si aggiunge un dato interessante: i ragazzi che frequentano licei, nonostante il superiore carico di studio, praticano più sport di quanto non lo facciano gli studenti di altri indirizzi scolastici. I liceali, dovendo studiare un superiore numero di ore quotidiane, sono più predisposti al sacrificio, riuscendo ad abbinare allo studio la pratica di attività sportive e rinunciando a gran parte del proprio tempo libero.

Facendo il punto della situazione, possiamo dire che il numero di ragazzi che pratica sport è positivo, viceversa non vengono eseguiti movimenti banali e scontati come la capriola, questo perché negli allenamenti delle varie attività sportive si punta solo a migliorare e consolidare gli specifici gesti tecnici dello sport stesso. Nelle scuole calcio, ad esempio, si punta soprattutto a valorizzare la tecnica individuale e la tattica, trascurando fattori come l’elasticità muscolare e le capacità coordinative. Sarebbe fondamentale, quindi, che nelle scuole si cerchi di colmare queste lacune, con attività specifiche e mirate.

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