Irlanda, Dublino. Se mai vi farete tappa, di fronte al Trinity College, procedendo lungo Nassau Street, incrocerete rapidamente Clare Street. Ecco che al numero 6 si trova la sede di Travelling Languages: una scuola itinerante che offre un metodo innovativo per imparare e insegnare l’inglese.
Abbiamo intervistato Rosanna Fiorenza, piemontese; e Salvatore Fanara, siciliano: due ragazzi dello staff. Abbiamo ripercorso il loro cammino, ascoltato con attenzione le loro idee e testato con mano la determinazione e la passione che mettono in quello che fanno tutti i giorni, senza dimenticare impegno e sacrificio.
Iniziamo con una domanda (forse) un po’ cattiva. Siete diventati irlandesi a tutti gli effetti, come va con l’italiano?
Rosanna: Guarda, forse non dovremmo dirlo per non offendere i nostri genitori che tanto ci hanno fatto studiare… Così si capirebbe che la total immersion che predichiamo funziona davvero. Ogni tanto l’italiano ce lo dimentichiamo ed è molto più facile usare l’inglese, anche tra di noi. Ci viene talmente naturale parlare inglese a scuola, che lo usiamo anche a casa.
Dalla Sicilia e da Torino all’Irlanda: come nasce l’idea di una scuola simile?
R: Devi sapere che viviamo in Irlanda dal 2007, ma Travelling Languages è nata nel 2011. Io, che ho sempre lavorato nelle banche e negli istituti finanziari, avevo una gran voglia di cambiare. Volevo fare qualcosa che mi appassionasse davvero e dopo qualche giorno di incontri e riflessioni abbiamo creato Travelling Languages.
Insomma siete fuggiti dall’Italia…
Salvatore: Siamo saltati in macchina e abbiamo preso la direzione per Dublino. I primi anni abbiamo evitato gli italiani con tutta la nostra forza perché Travelling Languages nasce dalla nostra volontà e capacità nel migliorare l’inglese attraverso la total immersion. Nasce dal fatto che la maggior parte delle persone che incontravamo ci raccontavano di essere venuti in Irlanda per migliorare il loro inglese, ma in realtà non erano completamente soddisfatti degli esiti. Poteva essere perché c’erano troppi italiani e quindi non riuscivano a parlare solo ed esclusivamente inglese, o forse perché non avevano avuto la possibilità di visitare niente al di fuori di Dublino. O ancora perché più semplicemente non si erano trovati bene con la loro famiglia ospitante. È a quel punto che abbiamo realizzato che c’era bisogno di un modo diverso che rendesse l’esperienza all’estero di questi ragazzi veramente utile e indimenticabile!
Perché fra tutti i luoghi però avete scelto proprio Dublino e l’Irlanda?
S: Perché l’Irlanda è accogliente, cosa che sperimentiamo e viviamo ogni giorno incontrando lo spirito irlandese; qui non sanno chi sei eppure ti offrono da bere, chiacchierano, chiedono, ascoltano, ti coinvolgono.
R: Io avevo provato ad organizzare una vacanza diverse volte ma per un motivo o per l’altro non ci ero mai riuscita. Salvatore invece era riuscito a visitarla già un paio di volte e, come puoi ben capire, se n’è innamorato. Quando abbiamo deciso di trasferirci in un paese anglofono ovviamente Dublino era in lizza con un altro paio di opzioni… Ma la scelta è stata quasi automatica!
Non possiamo darvi torto: “operate” solo in Irlanda?
R: Al momento abbiamo una scuola d’inglese in Irlanda e insegniamo l’italiano attraverso lo stesso metodo in Italia, in Sicilia appunto. L’idea di espanderci c’è assolutamente, e molto probabilmente attraverso partnerhips e con altre lingue nel prossimo futuro.
Benissimo. Ora… Che cos’è esattamente Travelling Languages?
S: Travelling Languages è l’unica scuola accreditata al mondo ad offrire corsi viaggianti di total immersion, ma è soprattutto un metodo d’insegnamento che permette ad una persona di migliorare la propria confidenza con l’inglese nel più breve tempo possibile. Tutti sappiamo che il modo migliore per imparare una lingua è viverla, ma anche i più determinati e motivati non sempre riescono a stare lontani dalla tentazione di parlare con chi li capisce meglio. Noi abbiamo migliorato la “full immersion” e abbiamo reso i nostri corsi il metodo migliore e più efficace per chi ha poco tempo e vuole migliorare notevolmente! Zero italiano, total english!
Quali sono i punti forti per chi sceglie questo tipo di esperienza?
R: Innanzitutto il fatto che in sole due settimane si ottengono risultati che normalmente si otterrebbero in circa 6/9 settimane di corso tradizionale. Poi c’è da dire che non si impara solo in classe, ma soprattutto al termine delle lezioni con i nostri TJ che aiutano i partecipanti al corso a scoprire e capire i giochi di parole, le espressioni colloquiali e la cultura irlandese. Inoltre si viaggia e si incontrano persone che parlano con accenti diversi: questo aiuta notevolmente ad abituare l’orecchio alla comprensione dei diversi accenti (e in Irlanda come ben sai ce ne sono parecchi!) Come diceva Salvatore prima siamo attentissimi che nessuno ti parli in italiano (o in un’altra lingua che non sia l’inglese ma quello bé, è un problema di comprensione differente) per tutta la durata del corso. Aggiungo che il tema del viaggio non è da sottovalutare: dal punto di vista esperienziale si ha la possibilità di visitare luoghi più o meno noti della bellissima Irlanda. Magari alla fine del corso ti accorgi che si sta bene e capisci che ti potrebbe piacere lavorare qui! Devi sapere che il 100% dei nostri studenti alla ricerca di un lavoro in Irlanda l’hanno trovato entro due mesi dal termine di un corso con noi! (Davvero niente male, ndr)
S: Posso aggiungere una cosa un po’ poetica? Ti rendi conto di quanto bene ti stia facendo quello che organizziamo quando inizi a sognare in inglese o quando ti scatta la voglia di cambiare la lingua sul tuo cellulare.
Avete citato i TJ. Quanta importanza hanno i Talk Jockey?
S: Sono fondamentali per far sì che il corso diventi una vera e propria full immersion! Come ti dicevo sono loro che trascorrono la maggior parte del tempo con i nostri studenti, da quando finiscono lezione a quando vanno a dormire: viaggiano con loro e dormono con loro. Li aiutano ad entrare e immedesimarsi nel mondo irlandese. A volte loro “traducono” in un inglese più semplice di quello che la guida usa durante la visita. Di fatto non sono degli insegnanti o dei “secondini”; desidereremmo infatti che gli studenti vedano i TJs come quegli amici di un’altra lingua, che li aiutino a ricordarsi di parlare in inglese e con cui possano instaurare un rapporto di fiducia e complicità. Saranno gli amici che avranno voglia di sentire anche quando saranno stanchi e vorranno fare una pausa, o una volta tornati a casa. Questi ragazzi (i Tjs) sanno che siamo venuti con un obiettivo chiaro in mente, hanno subito apprezzato il nostro progetto e da allora ci aiutano a raggiungerlo nel più breve tempo possibile!
Da quando avete iniziato quanti studenti sono passati dalla vostra scuola?
S: Siamo soddisfatti di come sono e stanno andando le cose: i nostri successi ce li siamo sudati e siamo fieri di ciò!
R: Vero! Abbiamo accolto circa un migliaio di studenti provenienti da diverse nazioni europee e non: soprattutto da Francia, Italia, Spagna e Giappone.
Avete in mente qualcosa ora per rendere ancora più accattivante la vostra scuola?
R: Nel corso degli anni abbiamo aggiunto corsi diversi che si adeguassero alle diverse età dei nostri studenti. Il nostro focus principale è sempre stato però per gli “adulti”: studenti universitari e professionisti prima di tutto, e dell’anno scorso offriamo corsi anche per famiglie. Prova a immaginare: genitori e figli in classe insieme! Poi ci sono i ragazzi tra i 14 e i 17 anni (ovviamente con aule, date e programmi diversi dagli adulti!).
S: La grande novità di quest’anno riguarda invece l’offerta di corsi tutto l’anno anche a quelle aziende che sentono il bisogno di migliorare l’inglese dei propri dipendenti, ma sono troppo piccole per poter organizzare un gruppo di studio. Nelle date dedicate a queste imprese allora, i partecipanti, i quali arrivano da aziende di tutto il mondo, non solo avranno la possibilità di migliorare le proprie competenze in poco tempo ma anche di incontrare persone di ditte diverse con cui allargare il proprio network e le proprie opportunità! Questi corsi sono l’ideale nel caso di società che hanno anche la necessità di inserire dipendenti fidati all’interno di progetti internazionali, e sono aperti (anche e soprattutto) a professionisti che in questo modo hanno l’opportunità di migliorare le loro capacità comunicative utili per il loro lavoro.
Per concludere, che cosa vi sentireste di dire o consigliare ai ragazzi che vorrebbero gettarsi in qualcosa di nuovo?
R: Sicuramente di provarci! Il mondo ha bisogno di idee nuove e gente appassionata. Persone che amino davvero ciò che fanno!
S: Non è facile, noi lo sappiamo bene, ed è che chiaro che non si può solo inseguire il proprio istinto o il cuore. Una buona dose di conoscenza del mercato e del mondo del business aiutano a ponderare le proprie scelte.
R: Di certo quello che ci sentiamo di dire è “non fatevi fermare dalla paura di fallire”! Tutti sbagliamo, l’importante è come affrontiamo il problema e avere la grinta giusta per rialzarsi sempre. Anche per questo aiutiamo sempre chi chiede di venire in Irlanda, sia con consigli che con veri e propri percorsi di inserimento.
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