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Politica estera

“L’umanità sta scrivendo nero su bianco il proprio suicidio.” Donald Trump e l’attacco alla Siria

Marco Cangelli, classe '97, continua la sua rubrica di politica estera trattando dell'attacco americano alla Siria dello scorso 7 aprile

Già qualche decennio fa Mahatma Gandhi aveva compreso come la violenza non risolvesse alcuna contesa, ma dalle notizie che provengono dal fronte mediorientale pare che i grandi della Terra abbiano preferito per una volta di più non sentirci da quell’orecchio. Nella fredda notte siriana dello scorso 7 aprile, 59 missili Tomahawk sono stati lanciati da due portaerei americane sula base aerea siriana di Al Shayrat, uccidendo 15 persone di cui 6 civili.

In apparenza sembrerebbe l’ennesimo colpo di testa del presidente degli Stati Uniti, in realtà si tratta di una vendetta voluta da mezzo mondo nei confronti dello scellerato dittatore siriano Bashar al-Assad, reo di aver bombardato una città con armi chimiche, ed, indirettamente, della Russia di Vladimir Putin. Un attacco accettato da Unione Europea e Nato, plaudito da Germania, Francia, Italia, Turchia ed Israele, fino a ieri nemici di Trump, che fa pensare come le intenzioni bellicose dei potenti di tutto il mondo possano sempre superare l’interesse di ogni cittadino qualunque.

La mossa trumpista, che ha scatenato le ire della Russia, non è il solito colpo di testa del Tycoon, ma una mossa politica ben accurata scelta per attirare il consenso delle potenze europee in grado di trasformare il presidente nel giro di una notte dall’uomo dell’ “America First” in un guardasigilli dell’umanità, divenuto un clintoniano non dichiarato tale da preferire una politica estera aggressiva all’Obama in Libia, piuttosto che tavoli di pace con gli altri paesi tanto annunciati in campagna elettorale.
Una notizia non troppo positiva per il genere umano, visto che, oltre ad essere un tradimento politico nei confronti degli elettori americani, questo è un tradimento verso tutti coloro che hanno sperato in una pace da secoli agognata.

Trump ha scelto di schierarsi in Siria dalla parte dei ribelli, composti nella stragrande maggioranza da terroristi dell’Isis, senza tenere conto che bombardare i governativi significa aprire la strada ai foreign – fighters verso la conquista dell’Europa. Una mossa scellerata se si considera il fatto che sostenere i terroristi, significherà far mano bassa nella loro crociata contro gli infedeli. Poco importa a Trump, comunque l’America è lontana.

Altre cattive notizie per il pianeta Terra? Purtroppo sì, se Putin deciderà di dichiarare guerra agli Stati Uniti e continuerà a sostenere Assad. A quel punto il dado sarà tratto e la guerra mondiale sarà servita sulle scrivanie dei diplomatici del Palazzo di Vetro fredda come una vendetta preparata a tavolino. Inutili saranno le innumerevoli sanzioni che le Nazioni Unite promulgheranno a destra e manca, visto Trump certamente non si fermerà davanti a nessuno, tanto meno di fronte ad un’istituzione che non ha mai contato nulla sin da quando è nata. Il piano di invasione dello stato russo è già stato preparato dall’amministrazione Obama sin dal 2016, in tacito accordo con la candidata presidente Hillary Clinton e con gli alleati Nato già schierati in Lettonia e Lituania pronti ad invadere non appena verrà dato l’ordine. Fra loro sono presenti anche truppe italiane, come confermato dal ministro della difesa Roberta Pinotti,

Volete che i nostri giovani vadano ad infrangersi contro un muro di piombo? Non penso proprio, ma se la bomba di Damasco non verrà disinnescata in tempo, il destino dei nostri giovani sarà segnato e l’umanità avrà scritto nero su bianco il proprio suicidio.

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