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Si dice che...

Pd, Forza Italia, Lega… manovre, intese e inciuci nella politica bergamasca

Approcci e trattative per le elezioni dietro l'angolo: quelle regionali e quelle politiche, con gli appetiti e le legittime aspettative, legati però anche alle nomine prossime venture in Uniacque e agli Istituti Educativi, per dirne un paio (di peso).

Ora i paria sembrano essere quelli di Alternativa Popolare, a livello nazionale gli uomini di Angelino Alfano, a livello locale quelli di Angelo Capelli. Nei rendez vous più o meno segreti la parola d’ordine in terra bergamasca sembra: nessun accordo con loro. Un po’ una risposta alla disponibilità, di stare con tutti, chiamiamola così, dell’ex Nuovo Centrodestra, alleato di volta in volta con chi vince, con Paolo Gentiloni a Roma, con Roberto Maroni al Pirellone. Un po’ però anche per via della scelta scomoda dell’avvocato Capelli in tema di piccoli ospedali di montagna, con una dura presa di posizione dell’avvocato di Alternativa popolare contro il presidente Maroni e l’assessore Giulio Gallera sull’ospedale di Piario, critica che gli è valsa subito un attacco da parte del segretario leghista orobico Daniele Belotti e da quello azzurro Paolo Franco.

Così ora Capelli e i suoi sembrano essere esclusi dalle trattative che contano. Ma di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando dei vari approcci per le elezioni dietro l’angolo, quelle regionali e quelle politiche, con gli appetiti e le legittime aspettative, legati però anche alle nomine prossime venture in Uniacque e agli Istituti Educativi, per dirne un paio (di peso).

Cominciamo subito col dire che un patto sarebbe già nato all’interno del Pd, tra il consigliere regionale uscente Jacopo Scandella, e il  presidente della Provincia Matteo Rossi. Quest’ultimo mira al Pirellone, ma per raggiungerlo dovrebbe sostituire uno de consiglieri democrat uscenti e pare che il “sacrificato” sia Mario Barboni, legato al parlamentare Giovanni Sanga, renziano come Rossi, seppure di provenienza diversa (il primo popolare, il secondo diessina, come il ministro Maurizio Martina).

Nel frattempo, proprio in questi giorni il leader di Via Tasso sarebbe in trattativa per il rinnovo del Consiglio di amministrazione di Uniacque: la società pubblica bergamasca con un fatturato che sfiora i 100 milioni di euro. In uscita l’attuale amministratore delegato Mario Tommasini (area Pd, vicino al sindaco di Bergamo Giorgio Gori): l’ipotesi è quella di eliminarne la figura per dare i poteri più ampi all’attuale presidente Paolo Franco, oltre a offrire un posto alla Lega nel Cda , mantenendo uno o due consiglieri al Pd.

Con Paolo Franco ancora al vertice di Uniacque, per di più con poteri maggiori, Forza Italia troverebbe almeno una soluzione ai tanti desiderata nei posti in Regione e al Parlamento. Già perché la candidatura di Gregorio Fontana, deputato uscente, nel collegio della Bassa per la Camera, unico seggio sicuro per gli azzurri a Bergamo, pare abbia tarpato i sogni dell’assessore regionale Alessandro Sorte di correre per un posto a Roma, costringendolo a ripiegare di nuovo sul certo Pirellone. Anche se qualcuno ha rilanciato la sua candidatura a sindaco di Bergamo, contro un centrosinistra che si presenterebbe privo di Gori, in pista per la leadership della Lombardia, come ormai danno per certo in molti, soprattutto nel Pd milanese.

Ma si tratta anche sul rinnovo degli istituti Educativi, la cui nomina dei 5 consiglieri spetta alla Provincia: nei corridoi si sussurra che la presidenza passerebbe da Renato Ravasio a un esponente del Pd, col beneplacito di Forza Italia e Lega. A una condizione: fuori Alternativa Popolare. E ritorniamo a bomba.

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