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Musica

Il disco

Elettronica e ritmi tribali in “Terra” de Le Luci della Centrale Elettrica

Nell'ultimo disco di Vasco Brondi le atmosfere di rabbia, disagio e degrado lasciano finalmente spazio a canzoni che contemplano la speranza.

Si chiama Terra ed è l’ultimo disco di Vasco Brondi, alias Le Luci della centrale Elettrica. L’orizzonte si sposta dalle periferie metropolitane e dalle spiagge deturpate e si allarga fino a comprendere tutta la Terra. Le atmosfere di rabbia, disagio e degrado lasciano finalmente spazio a canzoni che contemplano la speranza; un disco di rinascita e maturo, che si toglie di dosso gli abiti di artista “depresso e disagiato” che rischiavano di rendere poco credibile Vasco Brondi se avesse continuato su questa strada a mio parere un po’ troppo forzata.

Ci racconta una terra bellissima e caotica, di città in cui si incontrano lingue e culture diverse, dove si può trovare per caso una pace “inaspettata e benedetta”.

Apre il disco A forma di fulmine, un brano che parla di possibilità e contrapposizioni, che gioca sull’ossimoro e il contrasto “ballare scoordinati e lasciare perdere / possiamo credere farci esplodere / come armi solo chitarre elettriche / possiamo illuderci ballare stando fermi / e fare caso a quando siamo felici…”.

Coprifuoco è sicuramente il brano più poetico ed ispirato del disco: E dove c’era un minareto o un campanile / C’è un albero in fiore tra le rovine / Ci siamo noi due accecati dal sole / Mentre cerchi di spiegare / Cos’è che ci ha fatto inventare / La torre Eiffel / Le guerre di religione / La stazione spaziale internazionale / Le armi di distruzione di massa / E le canzoni d’amore…

La musica accompagna delicatamente queste parole, snocciolate in un rosario laico, con l’obiettivo che si sposta continuamente dall’universale al particolare, dalla Terra a noi stessi, da dentro a fuori fino a sfiorare la poesia con il verso “…Aerei militari che come certi baci non fanno rumore…”.

Ritmo più incalzante e cupo nella canzone Nel profondo Veneto dove riaffiora l’angoscia e l’assenza di fiducia nel futuro, di una condizione difficilmente modificabile e migliorabile …Ti leggeranno in faccia / Che dicevi di stare bene, invece qui a Milano / Facevi la fame / Ti leggeranno in faccia / La data del giorno in cui stavi pensando / Di volerti ammazzare…

Chakra è il singolo che sta girando in questi giorni nelle radio. Una canzone dove una dolce nostalgia passa in rassegna ricordi ed avvenimenti di un’ipotetica coppia di persone che si sono allontanate. …Dormo dove capita / Ma per non perdermi niente di te / Ho aperto le braccia / Eravamo diversi come due gocce d’acqua…

A chiudere il disco Viaggi Disorganizzati che riassume il dolce caos che popola la Terra e la testa di Vasco Brondi.

Un disco tra l’elettronica e i ritmi tribali, che parla al cuore e alla testa, che testimonia la crescita artistica de Le Luci della centrale elettrica e la capacità di evoluzione della poetica e della ricerca musicale del progetto. La strada intrapresa credo sia quella giusta, in attesa del prossimo disco per consacrare definitivamente Vasco Brondi tra i più importanti artisti della scena musicale italiana.

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