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Arte

Mostra fotografica

Il jazz secondo Riccardo Schwamenthal e la sua fedele Rolleiflex

Inaugurata la mostra dedicata alla fotografia jazz di Riccardo Schwamenthal, scomparso purtroppo pochi mesi fa: è allestita nel prestigioso ridotto del Teatro Donizetti di Bergamo.

Inaugurata mercoledì sera la mostra dedicata alla fotografia jazz di Riccardo Schwamenthal, scomparso purtroppo pochi mesi fa. Allestita nel prestigioso ridotto del Teatro Donizetti – a indicare tra l’altro che questi spazi possono essere vissuti in modo polivalente come ha sottolineato l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti nel saluto rivolto ai presenti – la mostra è un affettuoso e dovuto tributo del Bergamo Jazz festival a questa figura nota a molti, in città e non solo, per la sua radicata passione per il jazz.

Una passione coniugata appunto con la pratica della fotografia, e iniziata negli Anni ’50, proprio quando la musica jazz si affermava anche in Italia e Riccardo era tra i fondatori del Jazz Club Bergamo. Un gruppo di amici attivissimi nell’organizzare i primi concerti jazz a Bergamo, nel recuperare i musicisti alla stazione di Miano o altrove, nell’accompagnarli e nell’ospitarli, così come nel seguirli in tutta Europa con lo slancio proprio dei giovani appassionati: poche lire in tasca – chi più chi meno – sufficienti a dividersi la spesa della benzina o del treno, e il resto si vedrà…

In queste scorribande all’estero così come nelle occasioni nostrane Riccardo Schwamenthal non mancava mai di avere con sé la sua Rolleiflex, fedele compagna e strumento indispensabile per catturare momenti, visi, situazioni e fissare ricordi. “io c’ero!” sembrano dire molti degli scatti di Riccardo, oppure “cel’ho!” come a dire “io quel momento in cui soffiava nella tromba, o grondava di sudore, o chiudeva gli occhi e suonava…cel’ho, l’ho immortalato per sempre”. Uno spirito inizialmente documentaristico dunque, di memoria e testimonianza che è stato apprezzato da non poche riviste e case editoriali, oltre che fare la gioia degli amici di allora che oggi si rivedono in molti scatti.

Quello però che questa mostra rivela molto bene, grazie alla sensibilità del curatore, fotografo e amico, Luciano Rossetti (Phocus Agency) – seppure attraverso una ridotta selezione di foto tra le centinaia dell’archivio di Schwamenthal è il notevole valore artistico di molte immagini, perlopiù in bianco e nero. Inquadrature mai banali, chiaroscuri sapienti dove i corpi emergono plastici dal buio del palcoscenico, i profili vengono tracciati sottili dalle luci di scena, strumenti e musicisti si fondono in un’unica macchia, camicie bianche spiccano insieme agli occhi a sottolineare l’intensità dell’esecuzione.

Colpisce la varietà – ritratti ravvicinati e impietosi, o ingentiliti da ricami di fumo, inquadrature dall’alto, o dal sottopalco, o frontali- e il tratto sicuro e mai ripetitivo del fotografo.

Il titolo della mostra “tra composizione e improvvisazione” è azzeccatissimo non solo per il rimando musicale ma perché restituisce la capacità di Schwamenthal di improvvisare cogliendo attimi fuggenti di esibizioni live uniche, e allo stesso tempo comporre con sapienza immagini originali, eloquenti sul piano emotivo ed estetico. E quando il bianco e nero, già a suo modo distorsore artistico della realtà, lascia il posto al colore, ecco che torna la mano sicura del reporter che fissa personaggi, incontri, occasioni.

Una bella mostra che esprime tutta la caratura internazionale di Schwamenthal, riconosciuta in numerose mostre personali e collettive in tutt’Italia, e diviene occasione per conoscere meglio questa figura culturalmente molto interessante.

brown peterson ellis

All’inaugurazione è stata la moglie Titti a tracciarne un efficace ritratto – “un uomo curioso, pignolo anche se non ordinato” ha detto tra l’altro- ripercorrendo sul filo dei ricordi di vita i tanti interessi coltivati oltre al jazz e alla fotografia: il teatro, la musica popolare, i proverbi popolari, il cinema, la sopravvivenza all’Olocausto, e poi il bridge, la cucina… A quando un libro sul poliedrico Riccardo Schwamenthal?

Mostra fotografica “IL JAZZ DI RICCARDO SCHWAMENTHAL tra composizione e improvvisazione”

Ridotto Teatro Donizetti – Bergamo Jazz Festival 2017

Aperta dal 23 al 26 marzo e l’1,2,8 aprile dalle 15.00 alle 19.00

Nelle foto di copertina:

Riccardo Schwamenthal (il secondo da destra) nel 1955

e l’inaugurazione della mostra con, da sinistra, Titti Schwamenthal, Massimo Boffelli, Roberto Valentino e Nadia Ghisalberti 

Nella foto qui sopra:

Ray Brown, Oscar Peterson e Herb Ellis nel 1958 

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