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La protesta

Effendi, il benzinaio sfrattato da Azzano, protesta a Roma: “Con me anche la Lega Nord”

Fuori da Montecitorio con il bergamasco anche i parlamentari del Carroccio: "Il governo deve fare qualcosa per quest'uomo e per la sua famiglia"

“Giuseppe Effendi protesta fuori da Montecitorio e gli unici ad ascoltarlo sono stati i parlamentari della Lega Nord”. Recita così il comunicato stampa inviato dal Carroccio, che mercoledì 22 marzo ha supportato la battaglia di Giuseppe Effendi, il benzinaio di Azzano San Paolo rimasto senza il distributore di benzina gestito per oltre vent’anni dalla famiglia.

“Ho perso i risparmi di una vita di lavoro, i miei e quelli dei miei genitori – ha dichiarato il benzinaio -. Sono stato sfrattato dalle grandi aziende petrolifere dopo 23 anni di gestione della mia pompa di benzina ad Azzano San Paolo. Dopo un anno e mezzo di vero e proprio mobbing con l’imposizione di prezzi fuori mercato per farmi cedere mi hanno sfrattato e ho dovuto consegnare le chiavi. Avevo il diritto di prelazione ma hanno consegnato la pompa di benzina ad altri. Con la mia famiglia abbiamo investito tutti i nostri soldi nella ristrutturazione dell’officina a lato ma senza gli introiti della pompa non riusciamo ad andare avanti. In questo paese ci impediscono di lavorare, nessuno difende i lavoratori onesti. Nemmeno i sindacati. Volevo acquistare l’impianto con un mutuo, ma da parte della compagnia petrolifera non c’è stata alcuna risposta in tutti questi anni. E’ chiaro il loro intento: non ho accettato i loro contratti svantaggiosi per me, quindi hanno voluto farmi fuori”.

Ha alzato la voce, si è fatto sentire, ha perfino minacciato il suicidio nel giorno dello sfratto ed è arrivato sino a Roma per far sentire la sua voce. Fuori da Montecitorio con Effendi ci sono i parlamentari della Lega Nord, da Giacomo Stucchi senatore del Carroccio che da sempre segue la vicenda a Cristian Invernizzi e Guido Guidesi. Per gli esponenti del Movimento “Questo è solo uno dei tantissimi casi. Questo governo è avulso dalla realtà non si accorge che sono i piccoli imprenditori come Effendi ad essere la spina dorsale del Paese. Abbandonarli alla mercé delle multinazionali è un atto criminale”.

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