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Cinema

In concorso

BFM: nell’originale “Voir du pays” due soldatesse si riadattano alla vita

Seconda opera in concorso al Bergamo Film Meeting, diretto dalle sorelle Coulin, duo registico francese già abbastanza noto in patria per la sceneggiatura di Samba.

Titolo: Voir du Pays 

Regia: Delphine Coulin, Muriel Coulin

Attori: Stephanie Sokolinski (SoKo), Ariane Labed, Ginger Romàn, Karim Leklou, Andreas Konstantinou, Makis Papadimitriou

Genere: Drammatico

Durata: 1h 42m

Paese di produzione: Francia, Grecia

VOTO: 7.5/10

Recensione:

Aurore e Marine sono due giovani soldatesse che, dopo un periodo di sei mesi in Afghanistan, vengono portate insieme al resto della loro unità in un hotel cipriota dove dovranno affrontare un programma di tre giorni di “decompressione”, ovvero di riadattamento alla vita comune dopo il periodo passato nel mezzo della guerra. Il programma comprende sessioni collettive in cui ogni soldato rievoca i traumi più intensi che ha vissuto durante la sua permanenza sul fronte, condividendoli con il resto del plotone al fine di superare lo stress post-traumatico che spesso affligge gli ex-militari.

Voir du Pays è una coproduzione franco-greca delle sorelle Coulin, duo registico francese già abbastanza noto in patria per la sceneggiatura di Samba, commedia sull’integrazione di un immigrato senegalese nella complessa e multietnica società francese. Il film non è uno di quelli che ci si aspetterebbe di vedere al Bergamo Film Meeting: il budget di produzione è abbastanza alto per un film indipendente e la presenza di una cantante pop nel cast del film fa pensare ad un film dedicato più al grande pubblico che agli amanti del cinema d’autore. Nonostante ciò, Voir Du Pays si dimostra una produzione estremamente godibile, nonché un film originale e ben strutturato.

Tutto il film è ambientato in un hotel a cinque stelle nel mezzo della parte greca di Cipro: una location veramente insolita ed intrigante, posta al confine tra Europa ed Asia e per questo strettamente controllata. L’idea di ambientare il film in una terra di confine travagliata da contese internazionali per la divisione dell’isola è uno degli spunti di riflessione più grandi del film, che spesso, specie nel secondo atto, si chiede dove sia l’Europa e quale sia il suo stato di salute. La seconda parte della produzione è quindi quella più riflessiva e lenta, e purtroppo tende a protrarsi troppo in scene eccessivamente lente e di poco impatto, a differenza di quanto accade nel primo atto, che è veramente ben strutturato e ben ritmato: la trama si dipana molto velocemente per i primi sessanta minuti, per poi perdersi e riprendendosi solo negli ultimissimi minuti del film, ricchi di tensione e di grande impatto.

Dal punto di vista tecnico, poche sono le critiche che si possono muovere a Voir du Pays: la fotografia è ottima, la regia non è mai invasiva ma riesce a farsi apprezzare, mentre le performance attoriali si attestano generalmente su livelli ottimi. L’unica eccezione è la cantante SoKo, che soffre dell’inesperienza nel recitativo e della caratterizzazione del personaggio di Marine, veramente complesso da rendere efficacemente sullo schermo.

In conclusione, Voir du Pays si dimostra essere una produzione di alto livello, un film nato dalla lucida visione di due registe esperte e capace di trasmettere emozioni e spunti di riflessione importanti, grazie anche ad una marcata originalità di fondo.

 

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