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L'intervista

Antonio Di Pietro a BGY: “Giovani, figli ignari di Mani Pulite, informatevi”

Luca Baggi e Marco Cangelli, giovani classe 1997, hanno intervistato l'ex magistrato a 25 anni dall'inizio dell'inchiesta che ha cambiato l'Italia: "L'indebitamento di quegli anni ha condizionato il vostro futuro. Informatevi e arrabbiatevi, e poi andate a votare"

Di Pietro, quanti lo conoscono? Aveva un volto soltanto perché “da piccolo l’avevo visto in tivù”. L’ho incontrato venticinque anni dopo l’apertura dell’inchiesta di cui fu pubblico magistrato, Mani Pulite.

L’ora avvocato Antonio di Pietro ha un modo tutto suo di raccontare le cose: vivace come le mani che non stanno mai ferme. Ha bisogno della carta su cui appuntare le domande, che non vuole conoscere prima: “Così rispondo d’istinto: non importa se mi incarto”.

Non è di Pietro a esserci sconosciuto, bensì la storia del nostro Paese. DC, PSI, PCI, Prima Repubblica: cosa sono? Eppure abbiamo bisogno di saperlo, perché siamo i figli di Mani Pulite: non un programma televisivo, ma l’inchiesta che per la prima volta scoperchiò il “Sistema dei partiti”, per dirla “in Dipietrese”, in base al quale un imprenditore doveva pagare una tangente per vincere un appalto. “Un problema per la partecipazione democratica, la libera concorrenza e il mondo imprenditoriale: una malattia che chiamammo Tangentopoli”.

Mani Pulite fu possibile perché nel 1989 fu approvato un nuovo codice di procedura penale che cambiò “il sistema delle regole per fare un processo”. Tradotto “in Dipietrese”: “Prima a portare avanti le indagini erano le forze di polizia, dipendenti dal Governo. Dopo la riforma, all’interno di ciascuna procura furono introdotte le Squadre di Polizia Giudiziaria che rispondevano direttamente al magistrato”, scongiurando il rischio che “da un sottoposto di un ministro potesse arrivare un’indagine” che non fosse “pulita”.

Insomma, si sarebbe potuto scoprire Tangentopoli prima. Tangentopoli non è l’originale, “ma soltanto un Sistema Due. La mia indagine è cominciata dal Nord per proseguire fino a Scilla e Cariddi, ma prima qualcuno aveva intrapreso il cammino al contrario: Falcone e Borsellino. Tangentopoli è solo una parte di Mafiopoli”.

antonio di pietro

Le radici della “malattia” sono quelle della criminalità organizzata: l’Italia era “contagiata” già subito dopo la guerra, “perché si doveva ricostruire il paese”. Erano coinvolti tutti, anche il Partito Comunista Italiano (PCI) che allora era all’opposizione. “Io mi chiedo – prosegue di Pietro, rivolgendosi a noi ragazzi – perché non siete arrabbiati. A causa dell’indebitamento dello Stato non basta più la voglia di fare, come invece è stato per i vostri genitori: non ci sono le condizioni per costruire il vostro futuro”.

Ma credo che qui si sbagli: siamo fin troppo arrabbiati. Ecco cosa caratterizza la nostra generazione: non la mancanza di fiducia, piuttosto qualcuno verso cui indirizzarla, qualcuno che la possa meritare e non tradire. Siamo i figli di Mani Pulite, perché chi è stato testimone e chi è nato dopo l’inchiesta non può più fidarsi: per questo motivo crebbe l’astensionismo in Italia. Che cosa dobbiamo fare di questa rabbia?

Proprio qui di Pietro ci incalza: “Non andare a votare è già una sconfitta, perché i voti ‘illeciti’ guadagnano peso e il voto non è più libero”. E conclude: “Non fate di tutta l’erba un fascio. Inoltre, avete internet: utilizzatelo per ascoltare tutte le versioni di una vicenda, anche per Mani Pulite. Non accontentatevi di quello che dico”.

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