Martedì 7 gennaio alle 16 il sindaco di Foppolo Giuseppe Berera è stato ricevuto dal pm Gianluigi Dettori: colui che coordina il lavoro di carabinieri e guardia di finanza nell’inchiesta delle seggiovie bruciate a Foppolo. Difeso dall’avvocato di Bergamo Enrico Pelillo, ha chiesto di parlare con gli inquirenti di sua spontanea volontà. L’interrogatorio si svolge al comando provinciale della Guardia di finanza in via dei Partigiani. Il sindaco si è presentato, apparentemente molto tranquillo, con tanto di sigaro in bocca. Il suo avvocato ha annunciato: “Al pm, Berera racconterà la sua verità”.
Intanto sono iniziate le perizie disposte dalla Procura di Bergamo sui telefoni e i computer sequestrati tra Foppolo e Valleve lo scorso 24 gennaio.
Il blitz di carabinieri e guardia di finanza aveva interessato gli uffici del Municipio di Foppolo e della Brembo Super Ski, la società che gestisce gli impianti di risalita dei comuni dell’alta Valle Brembana. Ma, soprattutto, le residenze dei due sindaci: Giuseppe Berera (primo cittadino di Foppolo) e Santo Cattaneo (il collega di Valleve), entrambi indagati nell’inchiesta per incendio doloso e turbativa d’asta coordinata dal pm Gianluigi Dettori.
L’obiettivo di chi indaga è chiaro: scavare nel passato, analizzando le memorie dei telefoni e dei computer sequestrati, al fine di trovare informazioni utili a ricostruire da un lato quando accaduto la notte tra il 7 e l’8 luglio, quando bruciarono le seggiovie Quarta Baita e Montebello; e dall’altro il presunto intreccio dietro il bando di gara indetto dal Comune di Foppolo per l’installazione della cabinovia, poi vinto dalla società Graffer S.r.l. dell’imprenditore Sergio Lima, anch’esso indagato. Gli altri nomi finiti nel mirino della Procura sono quelli di Roberta Valota, moglie del sindaco Berera; Luisa Carla Piredda, impiegata del Comune di Foppolo e Antonio Ditto, avvocato bresciano.
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