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Christophe sanchez

“Bergamo è bella, ma città alta non basta: ecco il pacchetto per trattenere il turista”

Christophe Sanchez, amministratore delegato di Bergamo Turismo, illustra le iniziative e le sfide per promuovere la terra bergamasca.

“Attualmente la permanenza di un turista a Bergamo e provincia è di 1,7 giorni. Poco. Stiamo cercando di allungare questi soggiorni, magari pensando a dei pacchetti. Per esempio: un giorno visiti Città Alta ma poi la sera affitti un motoscafo Riva a Sarnico fai un giro sul lago e ti fermi per una cena romantica a Lovere. Oppure abbinato alla visita alla città ti offriamo un percorso in mountain bike e ti fermi a pranzo in una trattoria tipica sui Colli. Non basta una visita alla città o alle bellezze naturali della bergamasca, occorre regalare emozioni e Bergamo con la sua terra ha un fortissimo potenziale”.

È un fiume in piena di idee, proposte, progetti Christophe Sanchez. Ha 52 anni, oltre a capo di Gabinetto del Comune di Bergamo, è amministratore delegato di Bergamo Turismo. In sintesi: l’uomo che comunica al mondo l’immagine di Bergamo e provincia.
Francese d’origine, abita nell’hinterland milanese, braccio destro del sindaco Giorgio Gori non conosceva Bergamo fino al suo arrivo.

Città ALta

“È una città splendida, con delle grandissime potenzialità. Per questo abbiamo lanciato subito il portale Visitbergamo per promuovere e comunicare il nostro territorio”.

Adesso a che cosa sta lavorando?
“Stiamo lavorando, parliamo al plurale: perché per promuovere un territorio serve un lavoro di squadra. Ecco, stiamo cercando di allungare la permanenza sia in città sia in provincia. Dobbiamo superare quella media di 1,7 giorni. Ci manca poco per arrivare a due giorni. Allungare questa permanenza avrebbe sull’indotto una crescita esponenziale”.

E come si fa per raggiungere questo obiettivo?
“Dobbiamo mostrare di più le nostre offerte, facilitare il visitatore, creare dei pacchetti che regalino emozioni. Ora stiamo lavorando con un un pool di agenzie di viaggi per costruire dei pacchetti. Dalla cena romantica sul lago, al percorso in mountain bike fino alle terme o alle piste di sci”.

Dove può trovare questi pacchetti il visitatore?
“Oltre alle agenzie di viaggi, sul sito di Visitbergamo, ma stiamo facendo un grandissimo lavoro con ristoratori e albergatori perché possano essere loro stessi venditori di questa esperienza. Sarà grazie a questo lavoro di squadra e di rete se riusciremo ad allungare la permanenza dei visitatori sul nostro territorio”.

Città Alta

Non basta Visit Bergamo?
“Visit Bergamo (guarda qui il sito) ha fatto e fa un lavoro straordinario, ma dobbiamo continuamente reinvestire ciò che facciamo sul digitale, altrimenti questo traffico su Internet è sprecato se poi non atterra qui. E i primi promotori del territorio devono essere ristoratori e albergatori, agriturismi e bed and breakfast”.

Che lavoro state facendo con il pool di agenzie di viaggio?
“Cerchiamo di creare un’offerta che va anche fuori dai confini di Bergamo. Per esempio: se c’è il gran premio di Monza, goditi l’evento sportivo poi fermati a Bergamo, dormi e mangia da noi. Ecco noi dobbiamo lavorare e prenderci anche gli eventi degli altri. Dal Garda a Brescia, da Verona alla Franciacorta, dagli eventi di Milano possiamo offrire un pacchetto di completamento di quell’offerta. Noi dobbiamo pensare che un visitatore straniero ha un concetto diverso di distanze e se è in Lombardia maggiori possibilità ha di vedere cose, mangiare, dormire e vivere emozioni meglio è. Se riuscissimo a metterlo in piedi sarebbe il primo obiettivo”.

E poi?
“Arrivati al break even investi in comunicazione tutto ciò che guadagni”.

Siamo abituati a vendere Città Alta come una cartolina, ma questo non basta più?
“Va bene Città Alta, va bene l’Accademia Carrara, ma non basta l’arte. O meglio: non puoi offrire solamente quello. La destinazione deve ispirare il turista. E allora perché non pensare a Bergamo anche come città che all’arte abbina la cucina, le terme, il lago e lo shopping?”

Shopping?
“Sì, il commerciante di via XX Settembre non può e non deve rivolgersi solamente ai bergamaschi. Stiamo cercando di coinvolgere i negozianti a trasformare il loro commercio, attraverso il loro sito ma anche creando un grande contenitore che promuova le loro offerte. Dobbiamo puntare molto sulla comunicazione, individuare a chi ci rivolgiamo e poi chiedere ai commercianti che cosa mettere in mostra”.

Ci può fare un esempio?
“Se un negozio di calzature di via XX Settembre ha 40 paia di Nike non basta mettere un cartello in vetrina per promuoverle. O se lo farà sa benissimo che ci vorrà tempo e si rivolge solamente a quanti fanno shopping in via XX Settembre. Se noi creiamo un portale con tutte le offerte e le promozioni dei negozi di Bergamo, questo diventa una grande vetrina aperta al mondo. Certo, questo è un sistema che non si fa in un giorno, bisogna insistere. A noi non interessa avere un margine, ma offrire un servizio che completi l’offerta del visitatore che arriva a Bergamo. Non si fa in un giorno e non si fa da soli”.

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Come si è trovato con altri enti e istituzioni che operano sul territorio?

Ci anticipa qualche novità che sta mettendo in campo?
“Quest’anno sposteremo lo Iat, l’ufficio di Informazione ed accoglienza turistica, di Città Alta al Teatro Sociale. Questo permetterà ai visitatori di ammirare il teatro Sociale, che altrimenti è accessibile solamente durante gli spettacoli. Inoltre il Palazzo della Ragione aprirà tutto l’anno con degli allestimenti e quando non c’è una mostra rimarrà aperto per promuovere anche altre città della Lombardia. E altre città lombarde faranno lo stesso con Bergamo”.

Un appunto: lo Iat si sposta al Teatro Sociale, quindi aprirete al pubblico la Torre del Gombito?
“Stiamo studiano un progetto. La vocazione della torre rimarrà sempre turistica, ma la daremo in gestione ad un privato che dovrà investire per migliorare le condizioni di accesso e di salita alla torre”.

Poi c’è East Lombardy (leggi qui), il progetto internazionale nato per migliorare la qualità della vita nelle Regioni Europee, valorizzando le tipicità enogastronomiche locali e la cooperazione internazionale. Quest’anno Bergamo, con Brescia, Cremona e Mantova sarà una delle regioni europee della gastronomia. Come sta andando?
“East Lombardy è una rivoluzione. Tutto è partito da un bando per la promozione della gastronomia e della ristorazione, e ci siamo trovati quattro amministrazioni che hanno aperto tavoli per il turismo, l’innovazione e tanti altri temi. È un lavoro impegnativo perché ci obbliga ad un assiduo incontro settimanale, ma i risultati non mancano. Certo si tratta di una bella sfida: ristoratori e produttori erano categorie che non erano abituati a fare sistema. Poi abbiamo iniziato con alcune iniziative, come le esperienze delle cantine aperte ai visitatori che hanno riscosso un enorme successo, e allora si è tracciata la strada per altre idee e iniziative. E questo è solamente l’inizio”.

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