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Processo ultrà, Bocia: “Ho sbagliato ma non siamo un’associazione a delinquere” fotogallery

Il leader della Curva nerazzurra parla spontaneamente di fronte al giudice Petillo: "Intervengo oggi perchè ho a cuore la sorte dell'Atalanta e del suo tifo"

“Ho commesso diversi errori e lo ammetto, ma non siamo un’associazione a delinquere”. Sono le parole di Claudio Galimberti, meglio conosciuto come “Bocia”, leader della Curva atalantina, nel corso del processo che lo vede imputato per associazione a delinquere insieme ad altri cinque tifosi nerazzurri.

Nel pomeriggio di mercoledì 1 febbraio il capo-ultrà ha deciso di parlare spontaneamente di fronte al giudice Giovanni Petillo: “Sarò conciso – ha esordito Galimberti – intervengo oggi perchè ho a cuore le sorti dell’Atalanta e del suo tifo. Sono tanti anni ormai che sono costretto a rimanere fuori dallo stadio, e vi assicuro che per me è una tortura.

Ho commesso diversi errori in passato, lo ammetto, anche per isterismo poiché eravamo costretti a subire spesso ingiustizie a livello di tifoseria. Ma non siamo assolutamente un’associazione a delinquere per organizzare sistematicamente scontri e disordini come qualcuno ci vuole far passare. Pensi che io avevo rapporti con la polizia per organizzare trasferte nel modo migliore e senza che chi partecipasse corresse rischi, visto che c’erano anche ragazzi e famiglie.

Per quanto riguarda la Berghem Fest, quando abbiamo protestato con Maroni, ho una rabbia ancora dentro perchè qualcuno ha sfruttato la situazione per cercare di fare altro. Io, ignorante come sono politicamente, nemmeno sapevo che oltre al ministro Maroni c’erano anche Calderoli e Tremonti”.

Oltre a Galimberti gli altri imputati sono Andrea Quadri, Luca Valota, Giuliano Cotenni, Davide Pasini, Andrea Piconese, difesi dagli avvocati Enrico Pelillo, Federico Riva, Andrea Pezzotta e Giovanni Adami. Piconese ha deposto e si è difeso dalle accuse, raccontando tra le altre cose che “Galimberti è come un padre, un punto di riferimento nella vita”

Gli episodi “caldi” che secondo le accusa del pubblico ministero Carmen Pugliese li riguardano sono diversi: dagli scontri prima di Atalanta-Catania del 2009, agli incidenti della Berghem fest di Alzano Lombardo del 2010, passando per l’accesa protesta al centro Bortolotti di Zingonia nei confronti della dirigenza Ruggeri.

Il settimo imputato, il segretario della Lega Nord Daniele Belotti, difeso dall’avvocato Marco Saita, era già stato invece prosciolto dall’accusa di concorso esterno: Belotti era comunque presente in aula, tra il pubblico, insieme a un simpatizzante atalantino cinese, Mario Chen.

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