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Bergamo

Carrara, la lezione di Daffra: “Non si cresce da soli. E non si cresce “contro” gli altri”

Emanuela Daffra lascia la guida dell'Accademia Carrara. Nella sua relazione "Un anno di semina" non ha mancato di togliersi con eleganza qualche sassolino dalla scarpa.

Bisogna assolutamente annotare la data: 31 gennaio 2017. Alla Pinacoteca Carrara, accanto alle nozze mistiche di Santa Caterina di Lorenzo Lotto è andata in scena una splendida performance artistica: il divorzio razionalista di Emanuela Daffra.

La didascalia, come si converrebbe nei cataloghi della mostra, reciterebbe: “Lezione elegante per dirsi addio”. Sì, perché uscire di scena non è un passaggio facile, morbido, comodo.

Non si devono sbagliare i tempi, bisogna saper respirare con il diaframma per non far vacillare la voce, sorridere con moderazione, dichiarare che si è felici, elencare i successi raggiunti ed annunciare che ci sono sul tavolo tante proposte al vaglio per il futuro.

Se proprio ci si vuole togliere un sassolino dalla scarpa, affermare con splendida serenità, tra le pieghe dei ringraziamenti che “mi sarei aspettata una maggior franchezza. Per me e per l’istituzione. Perché non si cresce da soli. E non si cresce ‘contro’ gli altri”. E la Carrara ha davanti a sé molto spazio per crescere”.

Insomma, Emanuela Daffra nel suo addio alla Carrara ha dato alla Fondazione (e a Bergamo) una lezione di stile.

Soprattutto perché se sei da un anno alla guida della Pinacoteca Carrara e qualcuno ha chiesto la tua testa già sei mesi prima, magari con un indiscreto dato in pasto alla stampa.

Soprattutto se nel giorno del tuo annunciato addio, chi ti succederà rilascia interviste che avvertono il taglio del 20% dei tuoi collaboratori.

Eppure Daffra non si è scomposta, ha iniziato il suo bilancio di un anno alla guida della Carrara definendolo un tempo di semina. Partendo da una fotografia che ha preso come paragone: un ballo sui trampoli nel cortile della Pinacoteca. Come dire: un percorso difficile, non mi avete lasciato nemmeno entrare che già mi vedevate a terra. Ma a terra Daffra non ci è rimasta. E spiega con bravura il suo intenso anno in Carrara (la sua relazione è scaricabile qui).

Saluta e ringrazia tutti. Mazzi di fiori dalle stagiste, abiti neri – in segno di lutto? – da parte delle affezionate guide, baci sinceri dal personale che ha lavorato con lei e strette di mano di circostanza.

Se dirsi addio è un’arte, Daffra ha dato una lezione di come si fa. E cita persino l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ma non fa suo il motto “Yes, we can”, va oltre “Yes, we did it”.

Come dire: ora alla Carrara arriva Donald Trump? Ah, a saperlo! In fondo una performance artistica deve anche interrogare, scuotere, seminare dubbi.

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