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Appunti & virgole

Questa Atalanta ha davvero tanta voglia d’Europa

A Torino i nerazzurri hanno conquistato la terza X della stagione dopo i pari di Firenze e Milano. Ma la squadra ha dimostrato di voler puntare in alto

Chi ha più voglia d’Europa? L’Atalanta sicuramente più del Toro, se vogliamo rispondere alla domanda e al tema della vigilia. Se l’era chiesto anche Emiliano Mondonico, che avevamo sentito come doppio ex. L’aveva buttata lì anche Gasperini, pur non in conferenza stampa ufficiale, o lo stesso Caldara che doveva prepararsi quasi per un derby, lui prossimo juventino: Europa sì, ma certo, siamo qui per questo, aveva ribadito il giovane difensore come il suo allenatore, ancora costretto a seguire la partita dall’alto della tribuna.

Quasi nessuno ci credeva, ma è stato pareggio, in effetti evento rarissimo per la squadra allenata da Gasperini, che aveva solo due precedenti simili, lo 0-0 di Firenze e quello di San Siro nella sfida col Milan.

E con i granata? Un buon punto, non facciamo gli schizzinosi. Se una squadra può avere qualche ragione di lamentarsi è proprio l’Atalanta, brava a rimontare, un po’ meno a buttare al vento almeno tre palle-gol. E comunque capace di pareggiare con il caparbio Petagna, che quando si è convinto di poter e dover calciare anche di destro (non solo col suo sinistro preferito) ha fatto gol.

Buon punto, perché sono più gli aspetti positivi che quelli negativi (qualcuno ce n’è, pochi per la verità).

Intanto Torino era una trasferta molto delicata e tutt’altro che semplice, proprio per l’avversario: squadra temibile in attacco e non solo per lo spauracchio Belotti, ma anche capace di colpire in contropiede e affamata di vittorie.

Un Toro che voleva dimostrare di essere più forte dell’Atalanta. Così non è e non è stato. Intanto perché Belotti è stato ben controllato da Caldara, qualche volta con le maniere forti, ma né uno né l’altro sono due fuscelli, per cui i contatti tra i due sono sempre stati molto fisici e anche leali. Difficile tenere a bada il “Gallo”, una volta ha rimediato Toloi e quando il bomber di Gorlago è riuscito a concludere non ha trovato la mira giusta. C’è riuscito invece Iago Falque, che forse ha un conto aperto col suo ex allenatore Gasperini visto che aveva segnato anche all’andata, portando il Toro sull’uno a zero. Poi l’Atalanta aveva castigato il Toro con la rete di Masiello e all’82’ col rigore di Kessie. Proprio l’ivoriano, di ritorno dalla Coppa d’Africa e assente dalla partita vinta con l’Empoli il 20 dicembre (in rimonta, 2-1, gol di Michelidze e poi Kessie e al 94′ D’Alessandro) è stato uno dei protagonisti della sfida. Che nel primo tempo, almeno per i primi 20′-25′ l’Atalanta si era dimenticata di giocare, vuoi anche perché la squadra di Mihajlovic è abituata a partenze sparate. Però i nerazzurri erano un po’ troppo addormentati.

Ma poco dopo il gol l’Atalanta è cresciuta e nel secondo tempo con Kessie ovunque ha comandato il gioco e le occasioni da gol. Purtroppo sono capitate sul piede sbagliato del generoso ma impreciso Kurtic: se dovesse trasformare la metà delle palle-gol che ha a disposizione, lo sloveno sarebbe capocannoniere, invece anche a Torino si è divorato almeno due reti e su un’altra conclusione ha trovato Hart. Peccato. Intendiamoci, stiamo parlando di un centrocampista che aveva segnato al massimo 3 gol nel 2007-2008 nel Bela Krajina, campionato sloveno. E quest’anno è a quota 5, record personale, ma potrebbe essere già comodamente in doppia cifra. Piuttosto, forse un Gomez un po’ condizionato da qualche acciacco delle ultime settimane non è riuscito, lui, a trovare la via del gol.

L’Atalanta di Gasperini è in effetti una cooperativa del gol, con Gomez e Kessie in testa a quota 6.

A Torino non ha nemmeno aiutato l’ammonizione dopo 1′ a Freuler, che ha giocato evidentemente condizionato e un po’ frenato, al contrario di Kessie che quando è entrato nella ripresa ha riproposto tutta la sua esuberanza e prepotenza atletica (e meno male che alla Roma, se andrà, dovrebbe trasferirsi solo a giugno).

Teniamo conto che il Torino in casa aveva battuto Roma e Fiorentina, pareggiando invece con Lazio e Milan.

A proposito: l’Atalanta non riesce a scavalcare la Lazio ma guadagna comunque un punto sui rossoneri confermando un buonissimo sesto posto, a un punto dall’Europa.

Restano due giorni di mercato di riparazione e potrebbero servire per l’assalto a Emiliano Rigoni, 24 anni il 4 febbraio, argentino dell’Independiente (la squadra di Denis), considerato il vice-Gomez. Altrimenti aspettiamo l’esplosione dell’ultimo arrivato Cristante, un solo gol in serie A finora, tre anni fa quand’era al Milan, contro l’Atalanta.

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