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La festa

“Anno bisestile, anno funesto”, a Calvenzano il rito della Vègia bruciata fotogallery video

La scritta di quest'anno è stata dedicata al passato anno bisestile con il detto "An bisèst, an funèst"

Tempo di festa per Calvenzano, come da tradizione il 6 gennaio si brucia la “Vègia”. La ricorrenza – amata e seguita non solo dai Calvenzanesi ma anche dai cittadini dei paesi limitrofi – prevede la comparsa della “vecchia” già in giornata, per poi essere trasportata in serata per le vie del paese con tanto di banda al seguito finendo poi la sua corsa in una piazzola in cui verrà data alle fiamme.

Come consuetudine ogni anno le fattezze o i vestiti del fantoccio cambiano, cosi come la scritta ai suoi piedi. Per quest’ultima edizione la scritta è stata dedicata al passato anno bisestile con il detto “An bisèst, an funèst” – “Anno bisestile, anno funesto”.

L’evento, organizzato anche quest’anno dall’Avis, ha visto la presenza di una piccola tensostruttura, in cui venivano serviti vin brulè e caldarroste; infine, uno spettacolo pirotecnico, ha accompagnato il rogo della vecchia signora sotto gli occhi affascinati di tutti i presenti.

Si tratta di un rito antichissimo, molto diffuso nel nord Italia. Si hanno testimonianze di festeggiamenti simili in provincia di Brescia, nel lodigiano e in Brianza ma anche in Veneto, nei pressi del Piave, e nell’astigiano. Ad accomunare queste usanze il significato, quello di buon auspicio verso l’anno che verrà – questi “roghi” vengono organizzati quasi sempre a inizio anno, nei giorni dell’Epifania – bruciando, simbolicamente, le cose negative dell’anno appena terminato.

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