L’autopsia in programma oggi, giovedì 22 dicembre, all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo potrà chiarire i contorni del delitto di Daniela Roveri, la donna di 48 anni ammazzata nella serata di martedì 20 dicembre a Colognola, nell’androne della palazzina in cui viveva, al civico 11 di via Keplero.
La donna è stata ritrovata a terra di fronte alla porta dell’ascensore del piano terra intorno alle 20.30, prima da due abitanti del palazzo e poi dalla madre, Silvia Arvati, scesa come ogni sera per spostare la propria auto e lasciare spazio nel piazzale a quella della figlia. È stata la donna, nel disperato tentativo di soccorrerla, ad accorgersi di quella profonda ferita da arma taglio al collo, che dovrebbe averne causato la morte. Il pianerottolo si è subito trasformato in un lago di sangue e l’intervento dei medici è stato vano. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il delitto si è consumato in pochi secondi.
Poco dopo sul posto è arrivata una pattuglia della squadra mobile della questura di Bergamo e una della scientifica, coordinate dal sostituto procuratore Davide Palmieri, che hanno iniziato a raccogliere testimonianze e rilievi. Sono stati ascoltati i familiari e i parenti, per cercare di ricostruire la vita di Daniela Roveri. Gli interrogatori sono proseguiti anche nella giornata di mercoledì, ed è stato ascoltato anche un uomo che avrebbe avuto una relazione cla vittima.
Originaria dell’Emilia Romagna, la 48enne si era trasferita a Bergamo da piccola con la famiglia. Rimasta orfana del padre in giovane età, morto in un incidente stradale, la donna ha sempre vissuto nell’appartamento di via Keplero con la madre. Si era diplomata al liceo scientifico Lussana, poi, a metà anni ’90, aveva conseguito la laurea all’università di Bergamo. Subito dopo era stata assunta come impiegata alla Icra, azienda di San Paolo d’Argon che realizza ceramiche, diventando in pochi anni responsabile del personale.
Da quanto è emerso finora Roveri conduceva una vita tranquilla e senza ombre. Oltre al lavoro aveva una grande passione palestra. Era iscritta al centro “Il Club” di Azzano San Paolo, dove frequentava il corso di spinning in pausa pranzo. Amava molto i viaggi all’estero, e spesso partiva in compagnia della nipote alla quale era molto legata.
Chi la conosceva la 48enne la descrive come una donna facoltosa ma allo stesso tempo seria e riservata. Viveva, come sempre fin da piccola, con la madre.
La zona in cui abitava è un’area residenziale, con diverse palazzine che si affacciano su quella in cui è avvenuto il delitto. Ma nessuno sembra aver visto qualcosa. Alcuni vicini avevano raccontato di un’auto con a bordo quattro giovani fuggire dopo l’omicidio, ma al momento non ci sono riscontri. Nei mesi scorsi si erano verificati diversi furti nella zona, e a marzo anche una rapina ai danni di un commerciante che era stato malmenato all’interno del proprio garage.
Le indagini sul delitto proseguono senza tralasciare nessuna pista, dalla rapina finita tragicamente, alla vendetta per motivi passionali o per altre questioni. L’esame autoptico potrà chiarire meglio come è stata uccisa Daniela Roveri, se ha cercato di reagire e magari se conosceva il suo assassino. Ma gli inquirenti sperano soprattutto di poter ritrovare la borsetta che le è stata rubata con all’interno il cellulare: analizzandolo potrebbero emergere indizi interessanti.
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