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L'inchiesta

Foppolo, 4 indagati, anche il sindaco: i forti sospetti di un nesso tra rogo e bando fotogallery

Nel mirino della procura anche il sindaco Beppe Berera. Alla luce degli ultimi sviluppi nelle indagini più di una persona avrebbe spontaneamente chiesto di poter parlare con gli inquirenti. Non era mai successo

Si allunga la lista degli indagati, e con essa l’ombra di un ipotetico collegamento tra le fiamme dolose che lo scorso 7 luglio hanno divorato le seggiovie Quarta Baita e Montebello e la presunta turbativa d’asta attorno al bando indetto dal Comune di Foppolo per l’installazione della cabinovia.

I nomi finiti nel mirino della procura di Bergamo sono passati da due a quattro. Il primo – e unico noto fino a pochi giorni fa – era quello dell’imprenditore bresciano Sergio Lima, 57 anni, residente a Lugano, ex discesista conosciuto in valle per avere svolto in passato lavori nel comprensorio sciistico di Brembo Ski e azionista di maggioranza della Graffer S.r.l., la società (unica a presentarsi) che si è aggiudicata l’appalto milionario per l’installazione della telecabina attorno al quale si sta cercando di fare chiarezza.

Sotto inchiesta, ora, c’è anche il sindaco di Foppolo Beppe Berera (48 anni, in carica dal 2004) sospettato sia per l’incendio che per la turbativa proprio come Lima. Il terzo nome è quello di un funzionario comunale indagato per falso, mentre per quanto riguarda il quarto si parla di un professionista che opera nel bresciano e presumibilmente connesso a una delle società che ruotano attorno alla governance della Graffer.

Tassello dopo tassello, l’acquisizione di atti e documenti considerati utili ai fini dell’indagine sta aiutando gli inquirenti a ricostruire il mosaico degli eventi. In ultima istanza quella del fascicolo di concordato preventivo depositato al tribunale di Bergamo dalla Brembo Ski per cercare di risanare i conti della società (in rosso di circa 14 milioni di euro stando al bilancio 2015); oltre alla montagna di atti e delibere sequestrati tra il municipio di Foppolo e gli uffici di Brembo Ski il 9 novembre scorso, e quella inerente la documentazione per il finanziamento a tasso agevolato da 2,5 milioni di euro che Regione Lombardia ha accordato al Comune con la mediazione dell’assessore di Forza Italia Alessandro Sorte. Dopo l’improvvisa accelerata delle indagini, inoltre, più di una persona avrebbe volontariamente chiesto di poter parlare agli inquirenti e al sostituto procuratore Gianluigi Dettori, colui che coordina il lavoro di carabinieri e guardia di finanza. In cinque mesi di indagini non era mai successo.

Indagini che stanno seguendo due filoni (quello dell’incendio doloso e della turbativa d’asta) che sembrerebbero tuttavia mostrare elementi di convergenza: da un lato si sta cercando di svelare quanto accaduto nella notte tra il 7 e l’8 luglio a Foppolo, quando sono divampate le fiamme, e dall’altro il presunto intreccio che ci sarebbe dietro la gara d’appalto vinta dalla Graffer. Il sospetto sempre più forte di chi indaga è che il bando sia stato confezionato su misura per fare vincere la società di Lima, e che le fiamme abbiano in qualche modo conferito al bando per la cabinovia una condizione di urgenza, sbloccando al tempo stesso la cascata milionaria dei finanziamenti. Quei 5 milioni e 187mila euro così ripartiti: 2 milioni e mezzo derivanti dal prestito a tasso agevolato di Finlombarda, altri 2 da privati, 750mila euro a fondo perduto dal Bim e 600mila dalla convenzione regionale stipulata nel 2012. Una disperata corsa ai fondi per salvare Foppolo e con esso il turismo della valle. Anche se, alla fine, la stagione è stata garantita dal ripristino degli impianti danneggiati: un’operazione più veloce ed economica (che dovrebbe essere coperta con i soldi incassati dall’assicurazione) che ha permesso l’apertura delle piste il 7 dicembre.

Sono tanti i dubbi e le domande alla quale potrebbe essere data risposta non appena fatta chiarezza attorno alla figura dell’imprenditore Sergio Lima e dei suoi rapporti con il sindaco Berera all’interno della vicenda. Lima è una vecchia conoscenza del comprensorio di Brembo Ski in quanto fondatore della Snowstar Spa, azienda in liquidazione che sulle nevi dell’alta Valbrembana aveva già eseguito diversi lavori. La stessa azienda della quale era amministratrice Palmira Lorena Guerini: anch’essa bresciana, 47 anni, di Sarezzo – secondo indiscrezioni imparentata con Lima – che fino a poco tempo prima era amministratrice unica della Fenix Italia Srl (incarico che ha iniziato a rivestire dal 20 giugno 2016). Stiamo parlando dell’impresa dedita alla produzione di calzature e pantofole in cuoio che il 27 giugno aveva versato 150mila euro di stipendi arretrati ai dipendenti non pagati da Brembo Ski, scongiurando la richiesta di fallimento nei confronti della società a sole 48 ore di distanza dall’udienza in programma il 29 dello stesso mese. La stessa che vantava anche una quota di partecipazione nella società di scopo Foppolo Teleriscaldamento. Un intreccio d’affari che sembra continuare al civico 3 in via Corso Martiri della Libertà a Brescia, dove hanno sede sia la Fenix Italia che lo studio Alloisio Morelli & associati: lo studio specializzato in consulenza tributaria e societaria dell’ex amministratore delegato della Graffer Riccardo Alloisio, predecessore dell’attuale proprietario.

Infine, chi indaga sta cercando di capire se esistono o meno dei nessi tra l’incendio doloso appiccato a Foppolo e quelli che in passato hanno interessato alcune delle ditte riconducibili all’imprenditore Lima, dopo i precedenti del 19 dicembre 2012 al capannone della Snowstar a Gussago e quello del 4 giugno 2014 alla Olli Scalve di Pezzaze, in alta Val Trompia.

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