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La polemica

Gori sui 5 Stelle: “Date lezioni, poi le firme…”; Violi: “Voi del Pd premiate chi le falsifica”

Il sindaco Gori: "Di Maio dice che temono brogli sul voto all'estero degli italiani? L'evidenza sono le firme false a Palermo e ora sembra anche a Bologna". La risposta del Consigliere grillino Violi: "Da noi chi sbaglia se ne va"

“Di Maio dice che temono brogli sul voto all’estero degli italiani” per il referendum costituzionale del 4 dicembre. “Ma ciò che c’è è l’evidenza delle firme false a Palermo e ora sembra anche a Bologna, quindi i 5 Stelle non hanno niente da insegnare su questo”. Così il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, alla sede del Comitato Basta un Sì, prima della conferenza stampa per la presentazione dell’iniziativa dei sindaci che scenderanno in piazza il 29 novembre.

Parole alle quali ha fatto immediatamente seguito la replica del Consigliere regionale pentastellato Dario Violi: “E’ davvero curioso che Gori parli di firme false quando proprio il suo PD bergamasco autenticava, alle regionali del 2010, le firme di una donna scomparsa due mesi prima e di un uomo deceduto 8 anni prima. E questi sono fatti e non ipotesi di reato – risponde il grillino -. C’è una differenza abissale tra noi e loro: da noi chi sbaglia è obbligato ad andarsene, mentre Matteo Rossi, l’autenticatore che ha patteggiato a 6 mesi, è stato candidato ed eletto dal PD alla Presidenza della Provincia di Bergamo. Insomma nel PD chi sbaglia è premiato con una poltrona”.

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