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Verso il voto

Referendum e sanità: “Con il Sì più equità nell’assistenza ai cittadini”

E' stata presentata al Mutuo Soccorso la costituzione del comitato bergamasco “Basta un Sì per la Salute”, avviata da alcuni operatori del mondo della salute e del welfare e patrocinata dall’onorevole Elena Carnevali e dal consigliere regionale Mario Barboni

E’ stata presentata al Mutuo Soccorso la costituzione del comitato bergamasco “Basta un Sì per la Salute”, avviata da alcuni operatori del mondo della salute e del welfare e patrocinata dall’onorevole Elena Carnevali e dal consigliere regionale Mario Barboni. Erano presenti insieme agli onorevoli Carnevali e Barboni, Regina Barbò, Claudio Arici , Stefano Magnone, Lucia de Ponti, Roberta Severgnini.

Oltre alla presentazione del documento costitutivo del comitato i presenti hanno rimarcato la necessità di “correggere la riforma del 2001 che ha portato alla creazione di 21 sistemi sanitari regionali che non garantiscono a tutti i cittadini italiani equità di accesso a quanto è necessario per tutelare la salute. Quello che è un diritto garantito in una regione può non esserlo in un’altra e questa è la stortura che la riforma costituzionale, che i cittadini voteranno il 4 dicembre, si propone di correggere.

Centrodestra e Lega stanno lanciando messaggi falsi e fuorvianti su questi punti, vere e proprie bufale, parlando di scippo della sanità alle regioni e, per la Lombardia, di rischi per gli standard assistenziali nella nostra regione.

Sono gli stessi che nel 2006 avevano proposto una riforma della costituzione, quella che dava davvero poteri esagerati al presidente del consiglio compreso il potere di scioglimento delle camere, che riportava alle funzioni dello stato 1) la tutela generale della salute, 2) inseriva nella costituzione costi e fabbisogni su standard di riferimento, 3) prevedeva la clausola di supremazia dello stato che poteva subentrare alle regioni quando queste fossero risultate inadempienti sui livelli di tutela della salute.

C’è tutto questo e di più nella riforma proposta oggi agli elettori e sostenuta dal comitato. C’è il totale rispetto dell’autonomia organizzativa delle regioni e, con le modifiche proposte, le regioni con i conti in ordine e con servizi efficienti possono ottenere ulteriori spazi di autonomia. Allo stesso tempo lo Stato si dota degli strumenti adeguati per intervenire nelle regioni dove i conti non sono in ordine e la sanità e il welfare sono lacunosi. Altro che scippo, come dicono i detrattori dalla memoria corta: la riforma darà maggiori tutele ai cittadini.

Non va dimenticato che l’attuale esistenza delle legislazioni concorrenti, non solo in materia di welfare, ha portato ad un incremento del 40% dei contenziosi tra stato e regioni con ricorsi che hanno comportato, in molti casi, il rallentamento o l’impedimento allo sviluppo di politiche e interventi nell’area della protezione e della tutela della salute.

Le politiche sociali saranno una delle materie che maggiormente potranno beneficiare della Riforma Costituzionale, che ne riattribuisce la potestà legislativa allo Stato. E’ evidente e noto che l’impianto costituzionale attuale ha indebolito e in alcuni casi bloccato o ritardato molte iniziative nazionali in materia di politiche sociali.

Con la nuova Riforma costituzionale, non solo si rafforzerà la competenza legislativa dello Stato che potrà definire piani nazionali con maggiore dettaglio e accuratezza (senza ledere l’autonomia organizzativa delle Regioni, alle quali resta la programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali), ma potrà anche intervenire con più vigore nei confronti degli Enti Locali inadempienti”.

 

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