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Il patrimonio

Non solo tubi: c’è la vita della fabbrica e dei suoi operai nell’archivio della Fondazione Dalmine fotogallery

Fondazione Dalmine spalanca le porte del proprio archivio: 80mila fotografie e 120mila documenti che raccontano non solo la storia dell'azienda ma anche del territorio nato attorno ad essa e delle persone che l'hanno vissuta.

La parola “archivio” richiama alla mente l’immagine di un luogo buio, antico, dimenticato e polveroso. Niente di più lontano dalla realtà se il riferimento specifico è alla Fondazione Dalmine e al suo immenso patrimonio fotografico e documentale: nata nel 1999 per volontà di TenarisDalmine, sostenuta e finanziata dalla stessa azienda lavora per valorizzare la storia di un’impresa che è sinonimo del territorio che la circonda.

Con le sue 80mila fotografie e i suoi 120mila documenti, l’archivio di Fondazione Dalmine racconta oltre un secolo di storia industriale, tra bilanci, evoluzioni, stravolgimenti della produzione, frammenti di vita degli operai e di riflesso anche la genesi di una città, del suo sviluppo, della sua economia.

Conservazione ma anche condivisione, come in occasione della giornata di sabato 22 ottobre quando, nell’ambito dell’iniziativa nazionale “Archivi aperti”, Fondazione Dalmine spalanca le porte del proprio dalle 14.30 alle 18 nella sua sede di via Vittorio Veneto per una visita guidata tra documenti e immagini inedite e in un percorso che ruota attorno alla Grande Guerra e alla figura dell’architetto Giovanni Greppi.

Fondazione Dalmine

“L’archivio è solamente un punto di partenza – spiega Carolina Lussana, presidente della Fondazione Dalmine – Qui si viene per studiare documenti storici e chiunque su appuntamento può accedervi. Non si studia solo la storia dell’azienda ma anche quella del lavoro, del territorio, dell’economia: l’idea del ‘porte aperte’ nasce non solo per mettere in mostra il nostro patrimonio ma anche per far conoscere il nostro archivio e tutto il grande lavoro materiale che si cela dietro una mostra. Accompagnati da un esperto si può anche approfondire l’evoluzione della fotografia che negli anni ha immortalato non solo tubi ma anche tanti momenti sorprendenti, di applicazione dei prodotti certo ma anche sociali tra gli operai”.

Aprire un archivio per aprire un mondo, scoprire tanti microcosmi legati a TenarisDalmine: tra i quali, aspetto non secondario, anche quello delle persone, con nomi e cognomi, per le quali la Fondazione ha già attivato da tempo il progetto facciaafaccia.org, una specie di “social network” dove condividere fotografie e momenti legati all’azienda, rievocare un pezzetto della storia di chi ci ha lavorato.

Fondazione Dalmine

Ed è forse questo il suo valore aggiunto, il trasformare un qualcosa considerato “freddo” in un’esperienza emozionante: è la fotografia che rende immortale ogni attimo, che rievoca usi e costumi, che da straordinaria macchina del tempo svela l’evoluzione di luoghi oggi completamente rivoluzionati, e non sempre in meglio.

Una mostra interattiva nata da una collezione privata, ma dal grande valore pubblico: una grande avventura caleidoscopica che ognuno può affrontare applicando il filtro che preferisce.

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