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Il caso

Unioni Civili nello sgabuzzino a Stezzano, minoranze all’attacco: “Scelta umiliante e irrispettosa”

Pd e Stezzano Bene Comune contro la decisione del sindaco Poma: "Una trovata discriminatoria che rischia di portare il Comune verso nuove spese legali"

Non accenna a placarsi la polemica a Stezzano per la scelta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco leghista Elena Poma di riservare alle Unioni Civili il solo spazio dell’ufficio anagrafe.

Dopo gli attacchi al primo cittadino firmati dal deputato del Pd Antonio Misiani e dal consigliere regionale Jacopo Scandella, anche i gruppi di minoranza di Stezzano, Stezzano Bene Comune e Pd, hanno deciso di far sentire la propria voce: “È una scelta decisamente incivile, umiliante ed irrispettosa nei confronti di tutti coloro che intendono finalmente formalizzare la loro unione civilmente così come previsto dalla Legge della Repubblica Italiana – scrivono -. Riteniamo che l’atteggiamento assunto dall’Amministrazione Poma con questa delibera sottenda un (pre)giudizio morale nei confronti delle coppie omosessuali e dei loro diritti, quasi volendo nascondere una presunta vergogna… laddove in realtà vergognoso è solamente l’atteggiamento discriminatorio del Comune che dovrebbe rappresentare e garantire parimenti tutti i cittadini al di là delle loro condizioni e orientamenti personali”.

“Il trattamento differenziato che si determinerebbe tra coppie formate da persone di sesso diverso che si uniscono in matrimonio e coppie formate da persone dello stesso sesso che costituiscono l’unione civile – si legge ancora – non risulterebbe sorretto da valide ragioni giustificatrici e violerebbe gli obblighi interni ed internazionali al rispetto del principio di parità di trattamento e del divieto di discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale. È palese infatti il trattamento sfavorevole che si determinerebbe a danno delle coppie omosessuali, le quali potrebbero costituire l’unione civile non alle stesse condizioni dei cittadini che si uniscono in matrimonio civile, dovendo i primi necessariamente scegliere o gli spazi angusti degli uffici amministrativi o luoghi differenti da quelli della sala di rappresentanza del Comune attrezzata per la partecipazione del pubblico, con conseguente limitazione alla possibilità di partecipazione all’evento da parte di amici, parenti e conoscenti”.

“Stezzano Bene Comune, unico gruppo di minoranza che ha dato tramite un proprio consigliere la disponibilità ad esercitare la delega sulle unioni civili, ed il Partito Democratico di Stezzano ritengono che la decisione dell’Amministrazione comunale di Stezzano di non estendere alla costituzione delle unioni civili gli stessi ambienti predisposti per la celebrazione dei matrimoni civili sia discriminatoria e costituisca una violazione dell’art. 1 comma 20 della legge n. 76/2016, interpretato alla luce degli obblighi alla parità di trattamento e al divieto di discriminazioni fondate, tra l’altro, sull’orientamento sessuale, di cui agli artt. 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare) e 14 (Divieto di discriminazione) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Tale decisione espone il Comune anche al rischio di doverne rendere conto di fronte ad organi giurisdizionali, con eventuale condanna alle spese e al risarcimento. E sarebbe l’ennesima occasione in cui per una erronea decisione amministrativa di questa Giunta il comune è costretto a sostenere condanne e spese legali”.

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