“Onde gravitazionali: una nuova finestra sull’universo”: chi meglio di Laura Cadonati (Ph. Josh Meister), Professore Associato di Fisica presso il Georgia Institute of Technology di Atlanta, dove è membro del Centro di Astrofisica Relativistica dal 2015, può parlare dell’argomento?
Il titolo è quello dell’appuntamento di domenica 9 ottobre alle 21 al Teatro dell’Oratorio di Borgo Santa Caterina quando, nell’ambito di BergamoScienza, la ricercatrice italiana sarà presentata da Mario Salvi, presidente del Festival, e spiegherà la straordinaria scoperta del 14 settembre 2015: quel giorno l’antenna gravitazionale LIGO ha rivelato per la prima volta in maniera diretta il passaggio di un’onda gravitazionale, generata dalla collisione tra due due buchi neri avvenuta a quasi un miliardo e mezzo di anni-luce dalla Terra.
Si è trattato di una straordinaria, ennesima conferma della teoria della relatività generale di Einstein, avvenuta dopo quasi un secolo di ricerche e frutto di complicate tecniche sperimentali. Ma anche dell’inizio di una nuova era, quella dell’astronomia gravitazionale: quali aspetti ancora sconosciuti dell’universo potrà svelarci?
Dal 2007 al 2014 Laura Cadonati è stata Professore Associato di Fisica presso la University of Massachusetts, Amherst: ha conseguito la laurea in Fisica in Italia, presso l’Università degli Studi di Milano, e il dottorato di ricerca in Fisica presso la Princeton University, collaborando all’esperimento Borexino per la ricerca sui neutrini solari ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
Successivamente ha lavorato sulla ricerca delle onde gravitazionali ed il progetto LIGO come ricercatrice al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston.
Gli interessi di ricerca della professoressa Cadonati includono le onde gravitazionali e l’astrofisica delle particelle.
Cadonati è coordinatore dell’analisi dati di LIGO, un Fellow della American Physical Society, presiede attualmente la Divisione di Gravità della American Physical Society, ed ha ricevuto un CAREER Award dalla National Science Foundation.
commenta