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L'assessore regionale

Sorte: “Foppolo? Dovevamo intervenire, ma a certe domande non tocca a noi rispondere” video

L'Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte commenta il suo ruolo e quello del Pirellone all'interno di una vicenda intricata e che lascia dietro di sè ancora molti punti interrogativi

Ancora tre mesi di tempo per portare a termine i lavori. Poi, sotto l’albero di Natale, la cabinovia dovrà essere bella che pronta. Il regalo per gli sciatori di Foppolo saranno le 54 cabine da 12 posti l’una che permetteranno dal piazzale degli alberghi di raggiungere in 6 minuti la cima del Montebello. Una corsa contro il tempo che sarebbe ancora ferma ai blocchi di partenza senza un’altra corsa: quella alle risorse necessarie a coprire i costi delle operazioni: 5 milioni e 187 mila euro (senza l’Iva).

Da Finlombarda arriveranno 2 milioni e mezzo sotto forma di prestito a tasso agevolato, che il Comune restituirà con rate semestrali a partire da giugno 2017; altri 2 milioni ce li metteranno i privati, tra imprenditori che sponsorizzeranno le cabine, commercianti e operatori del paese; altri 750mila euro a fondo perduto saranno trasferiti dal Bim in base allo stato avanzamento lavori e altri 600mila euro dalla convenzione regionale stipulata nel 2012.

L’Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Alessandro Sorte commenta il suo ruolo e quello del Pirellone all’interno di una vicenda intricata e che lascia dietro di sè ancora molti punti interrogativi dopo il rogo doloso che lo scorso luglio ha bruciato le seggiovie Quarta Baita e Montebello.

Assessore Sorte, c’è chi si domanda se è corretto che durante un’inchiesta per incendio doloso degli enti pubblici, in questo caso la Regione, stanzino milioni di euro. Lei cosa risponde?

“Rispondo che un conto sono le indagini e un conto è il dovere della politica nei confronti del territorio. La vicenda di Foppolo ha evidenziato una forte spaccatura tra i sindaci della valle sui fondi da destinare al Comune. L’unico aspetto che ha messo tutti d’accordo è stato proprio l’intervento di Regione Lombardia che, ci tengo a sottolinearlo, non ha fatto da bancomat a nessuno, visto che stiamo parlando di un prestito da 2,5 milioni restituibile in vent’anni. Eravamo di fronte ad una situazione d’emergenza che interessa l’indotto di un’intera valle, davvero potevamo non intervenire?”.

A fronte del prestito concesso, avete chiesto al Comune di Foppolo un piano economico finanziario a garanzia della capacità di rimborso dell’investimento? Se sì, è pubblico o sarà reso pubblico?

“C’è in essere un accordo di programma che gestisce il collega Parolo (Ugo, sottosegretario regionale alle Politiche della Montagna, ndr). Per quel che riguarda le questioni più tecniche dovete chiedere a lui. Il mio ruolo si limita a quello di politico del territorio al quale è stato chiesto di intervenire per trovare una soluzione”.

Solo per curiosità, chi è stato il primo a chiederle una mano?

“Il sindaco di Lenna (Jonathan Lobati, ndr)”.

Lei è stato anche destinatario di una lettera che in valle ha fatto parecchio discutere. Un appello che un ragazzo di Foppolo (Tale Davide Oberti, ndr) ha inviato a lei e inoltrato proprio al sottosegretario Parolo, al presidente della Provincia Matteo Rossi, al sindaco di Lenna Lobati e al sindaco di Foppolo Beppe Berera. Nel testo vengono sollevate alcune questioni che il ragazzo considera poco chiare. Si va dai debiti di Brembo Ski alla situazione del complesso residenziale Belmont: “Trasparenza, sostenibilità e competenza sono le condizioni necessarie per lo sviluppo futuro, non un intralcio”, si legge. Qualcuno gli ha risposto?

“Senza dubbio quel testo solleva tutta una serie di interrogativi e considerazioni che stiamo cercando di approfondire. Tuttavia, in mezzo alle tante incertezze, anche in quella lettera si evidenziano da un lato la tempestività dell’intervento di Regione Lombardia, e dall’altro l’intelligenza del nostro emendamento per avviare una nuova modalità di gestione degli impianti. Quel che voglio fare capire è che il nostro dovere in qualità di ente regionale è stato fatto. Poi, a certe domande, non tocca a noi rispondere”.

In questa vicenda, però, converrà, tutti hanno sempre invocato maggior “chiarezza” e “trasparenza”, lei compreso. I punti di domanda, tuttavia, sembrano non finire. Ad esempio: non ritiene che la situazione della Graffer Srl (l’azienda che si è aggiudicata il bando per sistemare la cabinovia indetto dal Comune, unica società a presentarsi, ndr) la struttura che ne determina la governance e i collegamenti con la Fenix Italia Srl (la società che il 27 giugno scorso ha acquisito dai lavoratori il 30% del loro credito nei confronti della Brembo Ski per un importo di circa 150mila euro complessivi, ndr) meriti un approfondimento anche alla luce della straordinarie modalità di attribuzione dell’appalto?

“Ci sono aspetti che vanno chiariti, ma questo non è il compito che spetta alla Regione. Noi quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto, e piuttosto bene: dare un segnale chiaro e trasparente di presenza al territorio”.

Da ‘esterno’ si sarà pur fatto un’idea.

“Abbiamo chiesto delle garanzie. Non ci siamo travestiti di rosso, non abbiamo messo la barba da Babbo Natale e non abbiamo regalato soldi a nessuno, altrimenti il giorno dopo sarebbero bruciati gli impianti di mezza Lombardia. In questo senso abbiamo avuto grande rispetto per i soldi pubblici. Mi lasci però chiarire una cosa…”.

Dica.

“Noi non siamo intervenuti appositamente per salvare il comprensorio sciistico di Foppolo. Abbiamo fatto una modifica di legge per aiutare chi chiede di poter accedere al nostro finanziamento per rinnovare gli impianti di risalita. E Foppolo è stato il primo ad usufruirne. A conferma di ciò, nei prossimi giorni è in programma un incontro con alcuni amministratori degli impianti della Valle di Scalve, interessati ad esplorare le stesse modalità di finanziamento”.

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