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L'operazione

Fatture false per riciclare denaro: scoperta frode da 24 milioni a Grumello del Monte

E’ stata ribattezzata “Serial withdrawal” l’indagine appena conclusa dalla Guardia di Finanza di Sarnico che ha portato alla scoperta di un riciclaggio di milioni di euro provenienti dall’emissione e dall’utilizzo di fatture false nel settore del commercio dei metalli.

Al centro della frode una società con sede a Grumello del Monte gestita da un bergamasco, che aveva il compito di emettere fatture per operazioni inesistenti nei confronti di numerosi imprenditori del nord Italia i quali, per pagarle, prelevavano ingenti somme dalle casse aziendali.

I soldi venivano così girati su conti correnti aperti in banche nella Repubblica Slovacca intestati a due società “cartiere” e da lì, grazie ad innumerevoli prelievi di contanti (effettuati soprattutto da altri due soggetti, un emiliano e un bresciano), fatti sparire senza poterne tenere traccia.

Le società cartiere, intestate rispettivamente ad un bergamasco e ad un emiliano, emettevano poi a loro volta false fatture alla società di Grumello del Monte; terminata la loro funzione (emissione di fatture false per milioni di euro), venivano quindi abbandonate, senza presentare alcuna dichiarazione e facendo sparire la contabilità.

Nel meccanismo erano inseriti anche un autotrasportatore bergamasco, con il compito di emettere falsi documenti attestanti il trasporto della merce indicata nelle citate fatture, un commercialista con studio a Bergamo, che forniva il proprio apporto “professionale” nell’organizzazione della frode, ed un piemontese residente all’estero, che fungeva da “intermediario” tra chi emetteva le fatture fittizie e chi le utilizzava.

In tal modo, le ingenti somme di denaro trasferite all’estero potevano essere rimesse, in contanti, nella disponibilità dei destinatari delle fatture false (tutti grossi imprenditori lombardi, veneti, emiliani, friulani e piemontesi), previo un ovvio compenso per il “servizio” fornito.

Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Sebino (sviluppate anche tramite l’analisi di tabulati telefonici e accertamenti bancari, in Italia e all’estero) e coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica Antonio Pansa, hanno consentito di accertare un giro di fatture false per oltre 24 milioni di euro (finalizzato sia all’evasione delle imposte che ad un massiccio trasferimento all’estero di denaro ed al conseguente suo riciclaggio) e di denunciare 8 persone resesi responsabili, a vario titolo, dei reati di dichiarazione fraudolenta mediante f.o.i., omessa dichiarazione, emissione di f.o.i., distruzione o occultamento di contabilità e riciclaggio internazionale.

L’operazione si è conclusa con il sequestro preventivo “per equivalente”, disposto dal G.I.P. del Tribunale di Bergamo  Ciro Iacomino di conti correnti, abitazioni, uffici, terreni, autovetture, motoveicoli, quote azionarie, polizze assicurative e altri investimenti di natura finanziaria, riconducibili agli indagati.

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