In Valle Brembana continua a tenere banco la questione Brembo Ski e, più in generale, la difficile situazione che ruota attorno al comprensorio sciistico. La società che gestisce gli impianti di risalita a Foppolo, Carona e Valleve, si sa, non naviga in buone acque a causa di debiti, tensioni e pure un’istanza di fallimento (poi ritirata) da parte dei lavoratori non pagati.
Una lista di guai che si è ulteriormente aggravata dopo l’incendio doloso che nella notte tra giovedì e venerdì 8 luglio ha devastato due degli impianti principali a Foppolo, alimentando l’incubo di una stagione invernale senza sciatori.
Una situazione che sta creando grande preoccupazione tra gli amministratori dell’Alta Valle, ma anche tra i residenti in quei paesi che di riflesso godono dell’indotto determinato dal turismo legato allo sci.
“L’incendio ha creato e creerà enormi problemi a tutti, e sinceramente è difficile pensare che non si apra la stagione invernale a Foppolo – scrive Stefano Ambrosioni, 33enne residente di Piazza Brembana sul gruppo Facebook ‘Sveglia la Valle’ -. Ma io mi pongo una domanda: è giusto dirottare di nuovo finanziamenti e soldi pubblici in quella direzione? Ora sono tutti sconvolti dall’evento e stanno pensando a come risollevare le sorti di una azienda già obbiettivamente messa male. Ma sinceramente, sappiamo dove e a chi vanno i soldi?”
Stefano arriva poi al punto della sua riflessione: “Perché questo interesse, soprattutto finanziario, non lo si pone verso noi giovani, con o senza attività, o che vorrebbero crearne una sul territorio? Giovani con buone idee, ma che non hanno soldi, coraggio e spinta per farlo. Usare i soldi a disposizione per sostenere una realtà lavorativa vallare non può valere solo dopo un incendio a Foppolo, ma dovrebbe diventare una regola.
Se i soldi restano in valle resterà la gente insieme al lavoro. Chi amministra parla spesso di scarso interesse imprenditoriale dei giovani, ma se Brembo Ski è un esempio di base sulla quale lavorare non è molto incoraggiante. Abbiate l’interesse di far lavorare, di finanziare, di veder crescere i giovani e non i soliti non più giovani, che gira e rigira non seminano ma vogliono solo raccogliere.
Mi auguro che in futuro chi amministra abbia il coraggio di fare delle scelte per il lavoro. Se la politica è quella di pescare all’esterno a mio parere non ci siamo proprio. Quel che si chiede è un’opportunità. Ragazzi, largo ai giovani!”.
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