Il termometro segna una severa gelata sull’industria italiana. A marzo 2016 si registra il peggior calo dall’estate del 2013 con una contrazione del fatturato del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e dell’1,6% su febbraio. Lo rivela l’Istat.
In discesa anche gli ordinativi (-3,3%), che però, rispetto al 2015, aumentano dello 0,1%. A trascinare il crollo è in particolare il comparto delle auto che scende del 6,5% registrando la prima battuta d’arresto dal dicembre del 2013.
Il calo del fatturato, è sintesi della flessione del 2,6% sul mercato interno e di un lieve incremento (+0,1%) su quello estero, mentre la riduzione degli ordini riguarda sia la domanda domestica (-1,5%), sia su quello straniera (-5,8%).
In particolare, gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per l’energia (+3,2%) mentre risultano in calo i beni strumentali, i beni intermedi (-2,5% per entrambi) e i beni di consumo (-0,6%).
Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+6,5%), mentre la maggiore diminuzione, limitatamente al comparto manifatturiero, riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,4%).
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come a marzo 2015), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 3,6%, con un calo del 4,4% sul mercato interno e del 2,2% su quello estero. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per l’energia (+3,2%) mentre risultano in calo i beni strumentali, i beni intermedi (-2,5% per entrambi) e i beni di consumo (-0,6%).
Quanto al lieve aumento tendenziale complessivo degli ordinativi, l’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+30,7%), mentre la flessione maggiore si osserva nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-13,2%).
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