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Caso carona

Lavoratori Brembo Ski: “Noi senza paga da 9 mesi, ma investono su altro” video

È quanto sostengono alcuni degli operai che hanno deciso di rivolgersi al sindacato per presentare istanza di fallimento nei confronti della società per il mancato pagamento degli stipendi

“Senza paga da 9 mesi, e nel frattempo investono su altro”. E’ quanto sostengono alcuni degli operai Brembo Ski, ascoltati da Bergamonews, che hanno deciso di rivolgersi ai sindacati per presentare istanza di fallimento nei confronti della società di gestione degli impianti di risalita dei comuni di Carona, Foppolo e Valleve per il mancato pagamento degli stipendi (leggi qui). Una cinquantina di lavoratori in tutto: tra chi siede in biglietteria e chi spiana le piste, c’è chi avrebbe accumulato arretrati per oltre un anno.

“Abbiamo chiesto il fallimento perché dopo 9 mesi senza stipendio non siamo riusciti a instaurare un dialogo con la società – commenta Tomaso Riceputi, delegato sindacale in rappresentanza degli operai -. Ci siamo quindi rivolti alla Cgil per firmare un accordo che prevedeva un piano di rientro per il pagamento degli stipendi spalmato in 10 rate. Peccato che alla terza mensilità abbiano già smesso di pagare”.

“Non c’è stata chiarezza – prosegue Riceputi -. La società ha probabilmente fatto altri investimenti, a mio parere inopportuni data la situazione, e noi operai siamo finiti in fondo alla lista. Dimenticati”.

“Non vogliamo veder fallire la società – ci tiene a precisare -. Vogliamo solo che il nostro lavoro venga riconosciuto e che in futuro ci sia maggior comunicazione, sia con i comuni che con Brembo Ski”.

Il caso era montato lo scorso 14 maggio quando sei consiglieri su dieci del comune di Carona (Tarcisio Migliorini, vicesindaco già dimissionario, Angelo Bagini e Giancarlo Pedretti per la maggioranza; Mauro Arioli, Giorgio Bianchi e Franco Musati per la minoranza) avevano rassegnato le dimissioni facendo automaticamente decadere la Giunta e la carica del sindaco Gianalberto Bianchi. Tra i punti contestati, l’aumento di capitale pari a 560mila euro in favore di Brembo Ski.

Il ‘terremoto politico’ ha scavato una profonda breccia tra chi sta dalla parte dell’ex sindaco – e sostiene che le fratture siano da ricondurre al sentimento di rivalsa di Migliorini, che avrebbe mal digerito lo spostamento della scuola materna da Carona a Branzi – e i dimissionari, che invece parlano di “poca trasparenza” sui metodi di gestione della società e vorrebbero vederci più chiaro prima di mettere firme sui bilanci.

Nel frattempo, c’è chi teme per le sorti del piccolo paese dell’alta Val Brembana, passato nelle mani del commissario prefettizio Andrea Iannotta.

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