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Il convegno

Il futuro digitale? Nessun timore, sarà un’opportunità

“Costruire il domani. Istruzioni per un futuro immateriale” di Stefano Quintarello ed edito da Il Sole 24 Ore è stato presentato lunedì 16 maggio in Confindustria Bergamo dal Alberto Bombassei, patron di Brembo, e da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo.

Prendete tre imprenditori di successo, che hanno ceduto alla sirena della politica, e che immaginano il futuro sulla base dell’accelerazione digitale in corso: avrete la serata di lunedì 16 maggio in Confindustria Bergamo.

I tre imprenditori sono Giorgio Gori, attuale sindaco di Bergamo, che torna ad una sua antica passione (il giornalismo) ed intervista Alberto Bombassei, patron della Brembo e parlamentare, e Stefano Quintarelli informatico, professore e politico italiano, deputato dal 2013, uno dei pionieri nell’introduzione commerciale di Internet in Italia.

L’occasione dell’incontro è stata la presentazione del volume di Quintarelli, “Costruire il domani. Istruzioni per un futuro immateriale” edito da Il Sole 24 Ore. Un appuntamento introdotto dal direttore di Confindustria Guido Venturini che ha ricordato che Quintarelli nel 2014 è stato nominato Presidente del Comitato di Indirizzo dell’Agenzia per l’Italia digitale dal Consiglio dei Ministri e che: “In un territorio come quello bergamasco che, con Brescia, è ai primi posti in Europa per il manifatturiero si candida ad essere protagonista della rivoluzione 4.0”.

Gori, preparatissimo, non ha nascosto la sua passione per il digitale incalzando di domande Quintarelli e Bombassei.

“La straordinaria trasformazione che avviene nel mondo d’oggi e che ci proietta nel futuro, dove tutto ciò che è materiale diventa immateriale e investe ogni momento della nostra vita, ci apre ad una serie di domande: che cos’è oggi un giornale? Cos’è un film? E la televisione? Grandi marchi con le loro applicazioni, penso a Google, Airbnb, Uber, Facebook, solo per citarne alcuni, che aggregano offerte utili al mercato e cambiano la nostra vita. Assistiamo e viviamo una rivoluzione che cambia la nostra vita e accende la nostra curiosità. Su questo fronte si affaccia la sfida della fabbrica intelligente in cui ogni passaggio della produzione veicola informazioni e comunicazioni con chi crea quegli oggetti e con i consumatori. È una partita importante che investe la manifattura bergamasca chiamata a mantenere queste posizioni da primato. Mantenere questa posizione è la sfida alla quale siamo chiamati”.

Quintarelli traccia alcuni scenari, alcuni ipotetici e altri pronti ad essere travolti dalla stessa accelerazione della ricerca e dell’innovazione: “Siamo così immersi in questi processi che è difficile calcolare i tempi o immaginare nel dettaglio come sarà il nostro futuro dove ogni oggetto che viene prodotto, dalla sua ideazione fino al suo smaltimento, sarà tracciato e seguito”.

Alberto Bombassei delinea le sfide del futuro pensando all’Italia e alla Germania, i due paesi più manifatturieri d’Europa. “Oggi siamo riusciti a sfondare questo tabù, far rientrare nei programmi del Governo l’esigenza di programmare questo cambiamento – afferma il patron della Brembo -. Il nostro  Paese ha una tradizione e una storia industriale, dal tessile alla meccanica, ma questa nuova sfida che stiamo vivendo ha bisogno di una interpretazione perché ci saranno dei cambiamenti epocali. Per questo è necessario che ci sia un coordinamento, una regia”.

Bombassei è esplicito: pensa alla formazione, alla scuola. “E’ necessario, anzi indispensabile, preparare i nostri figli ad un domani che sarà completamente diverso da oggi, pensando a quali professionalità avrà bisogno il nostro sistema industriale. Il concetto dell’accelerazione è fondamentale per capire questo fenomeno. La preparazione é il secondo. Ricerca e sviluppo sono il terzo. Sono fattori determinati, necessari per poter competere su un mercato globale e con dimensioni diverse. Il piccolo è bello ma non più sufficiente, dobbiamo accompagnare i piccoli a crescere. Spingere le nostre aziende in ricerca e innovazione. In Brembo abbiamo assunto 200 persone lo scorso anni, le posizioni di cui necessitavamo erano: informatici ed ingegneri meccatronici. Noi non abbiamo perso competitività, perché non stiamo investendo”.

Dalle visioni dei tre imprenditori di successo prestati alla politica emerge chiara una richiesta: chi governa il Paese deve capire il cambiamento.
Gori rimarca la fatica della politica di comprendere le grandi trasformazioni in atto e i tempi rapidi necessari per intervenire.

Bombassi propone di defiscalizzare maggiormente le imprese che investono in ricerca e sviluppo. Quintarelli pensa a dare stimoli maggiori perché si crei una vera concorrenza ai grandi colossi attualmente in campo. Per tutti e tre la convinzione che non si deve temere il futuro, nessuna paura. Tutti sono convinti delle grandi opportunità, quasi uniche, per far crescere in modo super veloce le aziende, quindi il Paese e l’Europa.

Per i tre politici, intraprendenti e curiosi, il futuro è e sarà un orizzonte prezioso di opportunità da cogliere.

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